Si è svolta oggi a Genova la cerimonia per la posa in fondo al mare del primo 'cassone' della diga del porto, opera da 1,3 miliardi, la più importante di quelle finanziate con i fondi Pnrr. In verità il grande parallelepipedo di cemento, il primo dei circa 90 necessari per costruire le fondamenta della diga, non è stato affondato a causa delle condizioni del mare, un poco mosso, è arrivato via mare da Vado Ligure (Savona), dove è stato costruito, ed è stato sistemato davanti alla diga esistente. L'affondamento è rinviato alle prossime ore.
La cerimonia a Palazzo Ducale è stata affollata ma sottotono, senza passerelle, dopo i discorsi ufficiali c'era poca voglia di rispondere a domande legate anche all'inchiesta per corruzione che sta scuotendo la Liguria. Hanno partecipato gli stessi protagonisti presenti lo scorso anno alla cerimonia per 'la posa della prima pietra', ad eccezione del presidente ligure Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione. Si è ricordato di lui il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini: "Ringrazio la comunità ligure che ha creduto in quella che sarà la più grande opera di ingegneria idraulica del Paese, ringrazio Giovanni Toti che è stato protagonista del Rinascimento ligure", ha detto dal palco.
Critici sulla cerimonia la Cgil e il Pd. "Esattamente un anno fa si svolgeva la posa della prima pietra... Oggi ci risiamo, anche se a essere posata' non è una pietra ma un cassone - dice il sindacato -: il primo di circa un centinaio... Nemmeno l'inchiesta che sta sconvolgendo la Liguria è riuscita a mettere un freno alla politica degli annunci". Il Pd parla di "farsa che trascina nel ridicolo i liguri" e accusa il centrodestra di andare avanti nonostante "i dubbi manifestati dai tecnici dell'Autorità portuale sulla mancanza dei risultati dei Campi prova".
Il sindaco Marco Bucci ha invece voluto ribadire che "questa diga è un dovere che abbiamo nei confronti dei nostri figli e delle future generazioni. Non possiamo perdere questa occasione.
Sono 3 milioni di metri quadrati che Genova conquista". Il viceministro Edoardo Rixi ha aggiunto: "Fermare i lavori equivale a fermare lo sviluppo del nostro territorio e la competitività del nostro Paese. L'opera dovrà proseguire a pieno ritmo".
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