Sono stati 8.500 i partecipanti
all'undicesima edizione del Festival di Limes tornato a Palazzo
Ducale di Genova con tre giorni di incontri dedicati ai temi
salienti dell'attualità geopolitica discussi da esperti italiani
e stranieri. 'Fine della guerra. La Politica senza fine sabota
la geopolitica', è stato il focus dell'edizione 2024, in cui la
parola 'fine' è applicata sia al maschile che al femminile
perché secondo Limes "le guerre attuali sono condotte senza
scopi strategici né limiti di spaziotempo, ma con un approccio
a-strategico e totalizzante all'uso dello strumento militare,
pericoloso perché incurante degli effetti che produce".
È stato un intenso weekend iniziato venerdì mattina con il
programma dedicato agli studenti. I confronti, moderati dal
direttore Lucio Caracciolo e dagli altri esperti della
redazione, sono proseguiti con il coinvolgimento di un pubblico.
"L'undicesima edizione del festival credo che sia stata, se
non la più riuscita, una delle più riuscite. - commenta il
curatore della rassegna e direttore della rivista Limes Lucio
Caracciolo - Innanzitutto, perché è entrata in un tema che ci
riguarda ormai quotidianamente, quello del nostro rapporto con
la guerra. E poi perché lo ha fatto incrociando punti di vista
molto diversi, italiani e internazionali, secondo il nostro
precetto per cui noi non stiamo qui a distribuire verità, ma a
raccogliere testimonianze".
Tra i relatori: Stephen Wertheim, Francesco Giavazzi, Marco
Follini, Henry Huiyao Wang, Łukasz Adamski, Fulvio Scaglione,
Abdolrasool Disvallar, Meir Elran, Fabio Mini, Magnus
Christiansson, Michael Lüders, Pierre-Emmanuel Thomann, Ettore
Sequi, Virgilio Ilari, Mario Giro, Gildas Lemarchard, Tal Pavel.
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