La Liguria conferma un tasso di
irregolarità molto alto, superiore sia alla media del Nord-Ovest
sia a quello nazionale: il 75,4% contro il 68,9% e il 69,8%, e
in aumento rispetto al 71,7% del 2022. I dati, elaborati da
Marco De Silva responsabile ufficio economico Cgil Genova e
Liguria, sono contenuti nel rapporto dell'attività ispettiva
2023 dell'Ispettorato nazionale del lavoro che rileva le
irregolarità su salute e sicurezza sul lavoro, fiscali e
contributive.
"La mancanza di una regia pubblica di controllo, prevenzione
e repressione rispetto al lavoro nero, grigio e a salute e
sicurezza sul lavoro si traduce nell'aumento delle irregolarità
riscontrate dalle ispezioni condotte dall'Ispettorato - ha detto
Maurizio Calà segretario generale Cgil Liguria -. Questo dato
dovrebbe preoccupare le istituzioni: sono condizioni che insieme
a lavoro precario e subappalto a cascata rappresentano il
terreno fertile dove nascono le storture del mercato del lavoro
ed è compito della Regione Liguria invertire questa tendenza
investendo maggiormente sulla qualità del lavoro".
Secondo i dati, nel 2023 solo l' 1,7% delle aziende liguri è
stata interessata da una ispezione e questo nonostante il numero
delle ispezioni sia lievemente aumentato: 2.206 contro le 1.801
del 2022. "E' un quadro che denunciamo da tempo e che indica
come l'economia ligure, per una parte non irrilevante, sia
basata su lavoro precario e irregolare - ha concluso Calà - e
anche per questi motivi la Cgil ha deciso di lanciare 4
referendum per un lavoro stabile e dignitoso, tutelato e sicuro.
Si deve ridare centralità e dignità al lavoro e i referendum
Cgil vanno in questa direzione".
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