Due fronti di indagine aperti per
l'infortunio di ieri a Pegli costato la vita a Chokri Bouhali,
operaio edile tunisino di 45 anni. Da un lato, nel mirino degli
investigatori è finito il committente dei lavori, il
proprietario della casa alla cui ristrutturazione stava
lavorando Bouhali prima di precipitare dal tetto. Dall'altro, la
regolarità del cantiere con il focus sul lavoro in 'nero'.
Gli ispettori del nucleo Prevenzione e sicurezza ambienti di
lavoro della Asl3, guidati dall'ingegnere Antonio Mercurio,
hanno sequestrato il cantiere e acquisito tutta la
documentazione relativa ai lavori per accertare se il
committente abbia scelto la ditta verificando che la stessa
avesse tutti i requisiti per potere intraprendere un lavoro così
importante. Bouhali, infatti, non stava ristrutturando solo gli
interni della villetta a due piani, ma anche la parte esterna
tant'è che aveva montato le impalcature su tutte le facciate
fino al tetto. Gli investigatori, coordinati dal pubblico
ministero Giuseppe Longo e dall'aggiunto Francesco Pinto,
vogliono anche verificare che non vi fossero lavoratori in nero.
E' vero che la vittima aveva una partita Iva ed era titolare
della ditta individuale. Ma a dare l'allarme è stato un amico
che era con lui in cantiere e che, secondo i primi accertamenti,
non aveva alcun contratto. Il pm ha intanto disposto l'autopsia.
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