"Non riuscivo a dire di no
e ad oppormi". E' uno dei tanti messagi scambiati tra la
studentessa italo norvegese e la sua amica norvegese nelle ore
successive al presunto stupro di gruppo denunciato dalla
studentessa, che accusa della violenza Ciro Grillo e tre suoi
amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco
Corsiglia.
La ragazza, assistita da una traduttrice, è stata ascoltata
questa mattina nell'aula del tribunale di Tempio Pausania e ha
risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso e del
pool della difesa. Quattro cartelle di trascrizione dei messaggi
tra le due amiche confluiranno all'interno degli atti del
processo: è stato infatti dato incarico a un perito di
trascrivere i messaggi vocali estrapolati dai telefoni della
principale accusatrice, e di effettuare la traduzione di quelli
scritti in inglese.
"Tutto il contenuto delle chat intercorse tra le due ragazze
verrà periziato. Le domande a commento di una chat non erano
ipotizzabili o ammissibili", ha spiegato a fine udienza
l'avvocato Gennaro Velle, difensore di Corsiglia. Il
dibattimento si ferma tutto il mese di aprile: si torna in aula
il 2 e 3 maggio prossimi, quando verranno sentiti i periti e i
tecnici e il collegio acquisirà le trascrizioni dei messaggi.
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 16 e 17 luglio
del 2019 e sarebbero avvenuti nella villetta di proprietà della
famiglia Grillo a Porto Cervo.
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