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Inchiesta autostrade, solo Comuni e Stato ammessi parti civile

Inchiesta autostrade, solo Comuni e Stato ammessi parti civile

Escluso anche il Comitato ricordo vittime del Ponte Morandi

GENOVA, 07 marzo 2024, 11:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Solo i Comuni della Valle Stura, di Genova, Cogoleto e lo Stato come parti civili nel processo bis nato dopo il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Il giudice per l'udienza preliminare ha escluso sindacati e associazioni di consumatori per effetto della riforma Cartabia che ha posto limiti più stringenti. Escluso anche il comitato ricordo vittime ponte Morandi. L'udienza è stata rinviata a giovedì prossimo quando verranno citati come responsabili civili Aspi, Anas e Mit.
    L'inchiesta, che vede 47 imputati, era partita dopo il crollo e riguardava i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria Bertè in A26 (30 dicembre 2019) e il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel. Per 12 di loro la procura ha proposto il patteggiamento. Le accuse, a vario titolo, sono falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo colposo. Tra gli indagati l'ex Ad di Aspi Giovanni Castellucci, gli ex numeri due e tre di Autostrade per l'Italia Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli e Stefano Marigliani, ex direttore di tronco della stessa azienda, tutti imputati al processo sul crollo del viadotto Morandi. Archiviato il reato di omissione di atti d'ufficio.
    Secondo gli investigatori della Guardia di finanza, coordinati dai pm Stefano Puppo e Walter Cotugno, i tecnici di Spea ammorbidivano i rapporti sullo stato dei ponti per evitare i lavori. Era stato scoperto, inoltre, che le barriere fonoassorbenti montate su alcuni tratti autostradali erano difettose e si erano staccate causando problemi agli automobilisti. Uno degli indagati aveva anche detto al telefono che erano "attaccate con il Vinavil". Il 30 dicembre 2019 era invece crollata una parte della volta della galleria Bertè, in A26. Si erano staccate quasi due tonnellate di cemento che per fortuna non avevano colpito mezzi in transito. Anche in questo caso per la procura i controlli non venivano fatti in maniera adeguata. Le due società Aspi e Spea sono uscite dall'inchiesta dopo avere patteggiato per questo filone circa un milione.
   
   

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