Il pubblico ministero Federico
Manotti ha chiesto condanne per oltre 14 anni per le sei persone
coinvolte nell'inchiesta sulla gestione del bar Libeccio, sul
lungomare di Pegli. L'accusa aveva in un primo momento
contestato l'aggravante di aver voluto agevolare la camorra,
aggravante che poi è decaduta. A fine ottobre era finito in
carcere Angelo Russo (per il quale sono stati chiesti 5 anni),
mentre erano stati disposti i domiciliari per Mario Russo
(chiesti 2 anni e 10 giorni), Francesco Cinquegranella (3 anni e
4 mesi) e Antonio Novelletti (3 anni e 4 mesi). L'obbligo di
firma era stato disposto per il prestanome Liberato Soriente (2
anni e 10 giorni) e Antonietta Russo (1 anno, 4 mesi e 10
giorni). La sentenza, con rito abbreviato, è prevista per il 19
marzo.
Secondo la guardia di finanza, la squadra mobile e il Sisco,
il bar Libeccio nonostante risultasse di proprietà di Soriente
veniva gestito dal carcere da Angelo Russo. Russo era stato
arrestato a Genova nel 2019 nel corso di un'operazione antidroga
condotta dalla Procura di Napoli perché ritenuto parte di una
rete di narcotrafficanti con base nel capoluogo campano. Il
detenuto avrebbe usato soldi di dubbia provenienza per gestire
il locale provvedendo anche alla ristrutturazione dopo un
incendio doloso nel 2016.
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