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Omicidio Cella: legali Cecere, ci aspettavamo andasse così

Omicidio Cella: legali Cecere, ci aspettavamo andasse così

'Per noi i punti deboli sono chiari'

GENOVA, 01 marzo 2024, 10:45

Redazione ANSA

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"Siamo ovviamente molto soddisfatti del proscioglimento. Ce lo aspettavamo perché gli indizi erano molto labili. Aspettiamo le motivazioni e la decisione del pm".
    Così gli avvocati Giovanni Roffo e Susanna Martini che assistono Annalucia Cecere dopo la sentenza di proscioglimento.
    "Per noi i punti deboli dell'indagine erano chiari: gli indizi non erano gravi, precisi e concordanti. Con le carte alla mano abbiamo cercato di fare capire la logicità della linea difensiva mentre la linea dell'accusa aveva incongruenze profonde", hanno continuato. "Il bottone era simile ma non uguale e francamente non vedo quali novità potessero emergente a seguito di consulenze. Lei ha sempre sostenuto la sua totale estraneità. Non è stata per tutti questi anni una situazione piacevole".
    Secondo la procura, invece, il commercialista avrebbe detto che quella mattina era sceso in studio solo qualche minuto dopo le 9:10 ma risulta "invece provato il suo accesso in studio prima delle 9 e la conoscenza della identità dell'autrice della aggressione". Inoltre avrebbe mentito sulla sua conoscenza con la Cecere dichiarando "di non aver avuto alcuna relazione, ma solo una occasionale frequentazione, e che la donna non era mai andata in studio, eccetto che in una sola occasione - qualche giorno prima dell'omicidio - in cui l'aveva ricevuta la segretaria Nada Cella".
    Il castello di bugie, secondo gli inquirenti, riguarderebbe anche la telefonata di una amica "ricevuta lo stesso giorno dell'omicidio (con la richiesta di intercedere per il posto di lavoro di Nada) e in merito alla telefonata ricevuta personalmente il giorno in cui la stessa Cecere subì una perquisizione ("non sono mai stata innamorata, anzi mi fai schifo"), ometteva di fornire informazioni utili (asserendo solo di aver considerato la persona della Cecere "figura non importante"). E poi dichiarava "di non essersi accorto di quanto accaduto alla segretaria e di aver inizialmente pensato ad un malore o a un urto accidentale su qualche spigolo".
   

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