"Le innovazioni digitali possono
offrire vantaggi, come una maggiore certezza nel diritto e
l'uniformità nelle interpretazioni legali, ma comportano anche
serie preoccupazioni riguardo ai rischi e alla trasparenza delle
decisioni basate su algoritmi". Emma Rosati, presidente della
sezione Liguria della Corte dei conti ha aperto la sua relazione
all'inaugurazione dell'anno giudiziario parlando proprio di
intelligenza artificiale, giurimetria e giustizia predittiva.
"La giurimetria è l'applicazione dell'informatica al
diritto, mentre la giustizia predittiva utilizza algoritmi
complessi per prendere decisioni giudiziarie o prevedere gli
esiti delle decisioni" ha spiegato. Ad oggi gli Stati Uniti sono
avanti nel settore, mentre in Italia e in Europa è ancora in
fase sperimentale ma è un tema molto discusso.
"C'è sicuramente un vantaggio - spiega ancora a margine della
cerimonia Emma Rosati -, perché viene raccolta un'enormità di
dati. Dati che sono soprattutto simili, per cui si possono avere
sentenze meno discrezionali nel senso che casi analoghi sono
trattati allo stesso modo perché da una serie di dati si riesce
ad arrivare a quella che potrebbe essere la soluzione di quel
caso. Però, e questo è molto grave, alla fine i dati che vengono
introdotti attraverso questo algoritmo che li elabora potrebbero
essere alterati. Perché se i dati immessi in partenza
contenessero pregiudizi o discriminazioni, potrebbero essere
amplificati dagli algoritmi di apprendimento automatico
portando a sentenze sbagliate e soprattutto ingiuste. Per
questo noi operatori del diritto siamo molto attenti e stiamo
seguendo questa evoluzione. E' fondamentale garantire la
qualità, l'imparzialità e la trasparenza dei dati utilizzati nei
sistemi di giustizia predittiva e provvedere a regolamentarla in
modo serio e approfondito".
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