"I nostri figli devono andare a
scuola per studiare, non con la paura di morire. Ieri abbiamo
perso un ragazzo, che è il figlio di tutti noi". A parlare è una
delle madri degli alunni dell'istituto a indirizzo socio
sanitario, situato al mercato dei fiori di Sanremo, che ha
partecipato al presidio di solidarietà nei confronti della
famiglia di Mohtadi Doukhani, lo studente di 17 anni di Triora,
in alta Valle Argentina, che ieri mattina, a Bussana di Sanremo,
ha perso la vita, dopo essere stato investito da un tir, mentre
percorreva a piedi la bretella di via Frantoi Canai, che conduce
alla scuola. Nel tragico incidente è rimasta gravemente ferita
la sorella, Manar, di 15 anni.
Questa mattina c'erano diversi genitori ma anche compagni di
scuola dei due ragazzi, che hanno voluto lanciare in cielo
alcuni palloncini bianchi in segno di vicinanza. "Le scuole e i
nostri ragazzi sono abbandonati. Vorremmo vedere dei vigili,
perché non c'è nessuno che ci tutela. Il signor sindaco sappia
da parte di tutte le mamme che stavolta andremo avanti e non
staremo più zitte: o risolvono il problema o faremo la guerra".
Chiedono che i figli "vengano accompagnati da uno scuolabus
davanti alla porta, perché questa non è una scuola, ma un posto
di lavoro, con i camion che continuano a passare avanti e
indietro".
"Non mi sarei mai aspettata una tragedia del genere - dice
Sara, compagna di classe di Mohtadi, la 2A -. Sicuramente c'è
tanta rabbia, perché è inaccettabile che andando a scuola si
rischi la vita. Lui era una bravissima persona, era magico, non
ci sono parole negative per descriverlo. Era un pezzo di pane,
non se lo meritava, perché morire a diciassettenne anni è
inaccettabile". All'incontro c'è anche una insegnate, Maria
Cristina Verda: "Sono qui per solidarietà. Ci aspettiamo più
controlli, avevamo bisogno di una scuola, perché da quella
dov'eravamo a Sanremo, siamo stati sfrattati. La scuola che ci
hanno dato è stata una condizione positiva, ma purtroppo con
qualche magagna che non ci aspettavamo così forte".
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