Ha preferito non vedere i
video che la ritraggono in alcune scene della presunta violenza
sessuale di gruppo: la studentessa italo-norvegese, principale
accusatrice di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria
e Edoardo Capitta, ha abbandonato per pochi minuti l'aula del
tribunale di Tempio Pausania dove si sta svolgendo l'udienza a
porte chiuse del processo che vede imputati i quattro ragazzi
genovesi.
Durante il controesame degli avvocati della difesa, assente
come detto la teste, sono stati mostrati un video e alcuni
secondi di altri spezzoni di registrazione ritrovati nei
telefoni cellulari degli imputati e confluiti all'interno del
dibattimento. Il collegio giudicante presieduto da Marco Contu,
ha ribadito di aver già visionato le immagini riproposte oggi
pomeriggio in aula. Si tratta di uno dei quattro video in cui si
vedrebbero le scene del presunto stupro contestato agli imputati
e denunciato dalla ragazza, all'epoca 19enne, ai carabiniri di
Milano dopo essere rientrata dalle vacanze a Porto Cervo. Sono
stati anche proiettati altri fermi immagine su cui si sono
concentrate le domande della difesa a proposito
dell'abbigliamento indossato dalla studentessa quella notte, tra
il 16 e il 17 luglio 2019, nella villetta della famiglia Grillo.
Per i legali ci sarebbero delle incongruenze e su questo hanno
incalzato la teste, che anche oggi è caduta in momenti di crisi
emotiva, nonostante l'audizione protetta l'abbia nascosta agli
occhi degli avvocati.
"Ho visto tutto nero, il mio corpo non mi rispondeva, ho
avuto un mancamento e sono svenuta", sono le risposte che la
giovane, oggi 23enne, ha ripetuto davanti alle obiezioni dei
legali degli imputati. Si torna in aula domani mattina per
l'ultima udienza incentrata sul racconto e il controesame della
presunta vittima.
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