Negli occhi delle prime tre bambine palestinesi ricoverate all'ospedale Gaslini di Genova dalla Striscia di Gaza "si vede proprio la sofferenza, che sono molto-molto provate, tenete conto che quello che si dice non è 'propaganda': gli interventi chirurgici nella Striscia di Gaza vengono fatti negli ospedali da campo senza anestesia". Lo evidenzia il responsabile dell'unità operativa di terapia intensiva dell'ospedale Gaslini Andrea Moscatelli commentando l'arrivo in Italia dei primi minori feriti previsti dalla missione umanitaria guidata dall'istituto pediatrico genovese per dare aiuto ad oltre cento bambini vittime della guerra in Palestina. Le tre bambine arrivate nella notte da Gaza sono state ricoverate nel reparto di ortopedia.
"Purtroppo i bambini feriti nella Striscia di Gaza difficilmente riescono a raggiungere il confine perché lo spostamento dagli ospedali al confine è molto difficoltoso, poi al confine ci sono una serie di pratiche burocratiche che fanno perdere del tempo", denuncia Moscatelli. È stata siglata una collaborazione tra il Gaslini e gli Emirati Arabi per curare i bambini palestinesi direttamente nel Paese mediorientale, "la collaborazione è già iniziata con un equipe neurochirurgica del Gaslini negli Emirati Arabi e continuerà con un'alternanza di ospedali", spiega Moscatelli.
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