"Durante il mio mandato da ministro
non ricevetti alcuna segnalazione di criticità sul Morandi"
altrimenti "si sarebbe provveduto in tempi fulminei, come fatto
in altri casi". E' quanto ha detto in aula l'ex ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi sentito come
testimone nel processo per il crollo del viadotto Polcevera (14
agosto 2018, 43 vittime) citato dalla difesa di Mauro Coletta,
dirigente pubblico per anni a capo della Vigilanza, prima in
Anas e poi al Mit, tra i 58 imputati. Lunardi ha ricordato che
quando era ministro "c'erano due grandi concessionari
autostradali, Autostrade e il Gruppo Gavio. Il loro compito era
di appaltare le opere, sorvegliare la rete e manutenerle".
"Durante il mio mandato - ha spiegato - abbiamo agito su un
viadotto sull'autostrada Parma mare. C'era un viadotto
'speciale' perché, aveva 40 anni di vita e le carreggiate si
sovrapponevano. Aveva dato segnali di debolezza e creato
preoccupazione per un distacco di calcestruzzo. Gavio segnalò la
cosa all'ufficio periferico di Genova. Venne chiuso e io ordinai
di abbatterlo e ricostruirlo con le carreggiate separate. Fu una
operazione fulminea che si chiuse in due anni. Era quello che
avrebbero dovuto fare anche con il Morandi. Ma nessuno segnalò
alcuna criticità".
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