Aumentano le rapine, lo spaccio e
le violenze commesse da minori. E nella maggior parte dei casi i
ragazzini sono in mano alla criminalità organizzata che li
sfrutta. E' quanto emerso dalla relazione del procuratore
generale Mario Pinelli nel corso dell'inaugurazione dell'anno
giudiziario a Genova.
Da un lato diminuiscono i reati commessi dai minori di 14
anni, ma dall'altro "preoccupante è la lievitazione di
procedimenti a carico di imputati minorenni di età superiore ai
14 anni che registra 1.844 iscrizioni contro le precedenti
1.665. Ove si tenga conto del periodo pandemico e si confronti
il dato attuale con quello del 2021 la crescita è del 30%"
Una chiave di lettura è "la sensibile lievitazione
dell'immigrazione irregolare. Il numero dei minori stranieri
(per lo più non accompagnati) indagati, è passato da 777 a
1.110, con una crescita addirittura del 43%". Si registra "una
diffusa estrinsecazione di violenza, resa palese anche dalla
crescita di reati quali le rapine. E la inclinazione criminale
dei minori, spesso manifestata contestualmente al loro arrivo in
Italia, lascia anche realisticamente ritenere, oltre alla loro
aggregazione in pericolose baby gang, anche un concertato
instradamento in canali di illegalità gestiti da organizzazioni
criminali".
Le rapine commesse da minorenni sono passate da 102 a 125; i
furti da 277 a 335; i reati in materia di stupefacenti da 246 a
263, le violenze sessuali sono anch'esse più che raddoppiate e
quelle con vittime minorenni sono passate da 38 a 55.
Riscontrate risultano anche violenze consumate a livello
gruppale.
"Il quadro, cosi sommariamente esposto, in assenza di decisi
interventi anche sul fronte repressivo, sarà purtroppo destinato
ad aggravarsi ulteriormente, specie con riferimento a tutta la
vasta galassia di reati, in primis quelli predatori, che, allo
stato, non determinano alcuna tangibile conseguenza per gli
imputati minorenni".
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