Giornate intense di lavoro per
Leonardo De Amicis, in vista della 74/a edizione del Festival di
Sanremo dove, per la quinta volta consecutiva, ricopre il ruolo
di direzione musicale.
Un approccio che si muove in ragione della pluralità di
generi messa in campo da Amadeus. "Il mio lavoro - spiega
all'ANSA - resta sostanzialmente lo stesso delle altre edizioni,
dal coordinamento delle sigle e degli stacchi alle esibizioni
fuori concorso. Questo a differenza delle canzoni in gara, in
cui cantautori e interpreti hanno il loro direttore. Ovvio che
il modo di suonare dell'orchestra si evolve a seconda del tipo
di suono che si deve fare emergere: si passa da un approccio di
musica classica, a un crossover che combina analogico e
digitale. Inevitabile doversi adattare ai nuovi linguaggi".
Nato a Corvaro, in provincia di Rieti, ma aquilano di
formazione artistica, collabora con la Rai sin dal 1999 quando
debuttò in 'C'era un ragazzo' con Gianni Morandi. Anche
quest'anno, Leonardo De Amicis è affiancato da sua sorella Maria
Cristina, uno dei due maestri sostituti, l'altro è Mario
Corvaro. Uno dei compiti del direttore musicale è quello di fare
da raccordo con gli ospiti come Giorgia, Eros Ramazzotti e
Gigliola Cinquetti chiamati quest'anno sul palco a celebrare
rispettivamente 30, 40 e 60 anni di alcuni loro successi. "Si
lavora in sinergia con l'artista, di volta in volta - spiega De
Amicis - e tutto è concordato insieme. Il mio approccio non
cambia, per me l'aspetto che conta è mantenere uno standard
professionale alto. Amo la musica e cerco di esprimermi al
massimo a tutti i livelli, non solo a Sanremo. La priorità è
esprimermi al meglio sin dal momento della scrittura, fase che
mi tiene impegnato parecchie ore". Il pensiero è anche
all'Aquila dove è da anni direttore artistico della Perdonanza
Celestiniana e dei Cantieri dell'Immaginario.
"Quello della Perdonanza - spiega - in continuità con i
Cantieri, è un discorso su cui stiamo puntando molto anche a
livello musicale. La Perdonanza sta diventando una piazza
richiesta a livello nazionale". Un valore aggiunto in vista
della candidatura dell'Aquila a Capitale italiana della cultura
2026.
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