Hanno raggirato circa 50 persone
fingendosi avvocatesse, o in alcuni casi magistrati, in grado di
fare ottenere certificati di cittadinanza italiana. A scoprire
il raggiro, che ha fruttato circa 70mila euro, sono stati gli
investigatori della squadra mobile di Genova, coordinanti dalla
procura. Nei guai sono finite due donne, una italiana e una
sudamericana, di 33 e 31 anni. La prima è stata sottoposta agli
arresti domiciliari mentre per la seconda è stato disposto
l'obbligo di dimora.
Le indagini sono partite dopo una serie di denunce di
cittadini sudamericani che avevano scoperto che i loro
certificati erano falsi. Gli investigatori, sotto il
coordinamento del primo dirigente Gianfranco Minissale, hanno
scoperto che gli incontri tra le due donne e i clienti
avvenivano vicino la Prefettura o il Tribunale, ma molto più
spesso dentro falsi studi professionali di avvocati.
In particolare le due truffatrici affittavano apposite
location (studi professionali affittabili ad ore), in quartieri
genovesi di prestigio, luoghi con reali postazioni di lavoro e
addetti alla reception che ricevevano gli ignari clienti e li
indirizzavano dagli "avvocati", che firmavano gli atti
rilasciati come titolari di uno studio legale e tributario
associato. Per rendere tutto credibile usavano carte intestate a
uffici ministeriali e timbri istituzionali falsificati.
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