/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Finti certificati di cittadinanza da due finte avvocatesse

Finti certificati di cittadinanza da due finte avvocatesse

Raggirate 50 persone che hanno versato in tutto 70mila euro

GENOVA, 24 gennaio 2024, 14:31

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

-     RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Hanno raggirato circa 50 persone fingendosi avvocatesse, o in alcuni casi magistrati, in grado di fare ottenere certificati di cittadinanza italiana. A scoprire il raggiro, che ha fruttato circa 70mila euro, sono stati gli investigatori della squadra mobile di Genova, coordinanti dalla procura. Nei guai sono finite due donne, una italiana e una sudamericana, di 33 e 31 anni. La prima è stata sottoposta agli arresti domiciliari mentre per la seconda è stato disposto l'obbligo di dimora.
    Le indagini sono partite dopo una serie di denunce di cittadini sudamericani che avevano scoperto che i loro certificati erano falsi. Gli investigatori, sotto il coordinamento del primo dirigente Gianfranco Minissale, hanno scoperto che gli incontri tra le due donne e i clienti avvenivano vicino la Prefettura o il Tribunale, ma molto più spesso dentro falsi studi professionali di avvocati.
    In particolare le due truffatrici affittavano apposite location (studi professionali affittabili ad ore), in quartieri genovesi di prestigio, luoghi con reali postazioni di lavoro e addetti alla reception che ricevevano gli ignari clienti e li indirizzavano dagli "avvocati", che firmavano gli atti rilasciati come titolari di uno studio legale e tributario associato. Per rendere tutto credibile usavano carte intestate a uffici ministeriali e timbri istituzionali falsificati.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza