La crisi nel Mar Rosso, con gli
attacchi dei ribelli Houthi alle navi che costringono le
compagnie a cambiare la rotta circumnavigando l'Africa invece di
tagliare attraverso il canale di Suez, a dicembre per il porto
di Genova ha fatto registrare il mancato approdo di 4 navi
portacontainer, il cui arrivo per ora è confermato ma si temono
fenomeni di congestione alternati a periodi di bassa
operatività. Le rotte via Suez con Middle East e Far East sono
quelle principali per i porti del sistema portuale del Mar
ligure occidentale (Genova, Savona e Vado ligure). "Le navi che
non passano dal canale di Suez dovranno circumnavigare l'Africa
allungando il viaggio di circa15 giorni per raggiungere i porti
del Mediterraneo e questo avrà un effetto sostanziale sui costi
dei beni perché aumenteranno i noli, i costi dei combustibili e
delle polizze assicurative - spiega il commissario dell'Autorità
di sistema portuale del Mar ligure occidentale Paolo Piacenza -.
Sul fronte della puntualità dei servizi marittimi ci attendiamo,
così come era accaduto anche nel periodo dell'emergenza Covid,
momenti di forte congestionamento in banchina, con una
conseguente riorganizzazione della logistica e del lavoro
portuale, alternati invece a momenti di bassa operatività. Sarà
necessario gestire al meglio questa criticità per limitare il
più possibile ripercussioni negative a lungo termine". Per
capire le dimensioni del fenomeno basti pensare che da gennaio a
novembre 2023 i traffici da Genova via Suez (sulle rotte Far
Eaast, Middle East, Oceania e East Africa) hanno rappresentato
circa 10 milioni di tonnellate di merce su 44 milioni, pari al
22% del totale. Senza contare che transita da Suez oltre il 40%
dei traffici dello scalo, pari a circa 1 milione di teu. Cinque
servizi settimanali collegano Genova e il Far East con navi di
capacità compresa fra i 13 mila e i 15 mila teu.
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