Si è concluso
stamani il primo monitoraggio scientifico del relitto di una
nave di epoca romana risalente al primo secolo dC, sommerso a
una profondità di 50-60 metri a poco meno di due miglia marine
al largo della costa di Santo Stefano al mare, in provincia di
Imperia. L'ispezione della nave, che contiene circa trecento
anfore che trasportavano olio è stata condotta da personale del
Politecnico di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza
archeologica Belle arti e Paesaggio della Liguria. Il
monitoraggio, in particolare, è avvenuto con l'utilizzo di un
autonomous underwater vehicle, che è una sorta di drone
sottomarino il quale, una volta raggiunto il punto di
operazioni, si è immerso per circa 4 ore completando le
operazioni in modo autonomo.
"L'obiettivo - spiega l'assessore all'Ambiente di Santo
Stefano, Remo Ferretti - è testare questo nuovo sistema
sviluppato dal Politecnico di Torino, che ci serve per mappare
la posizione attuale del relitto, ottenere anche la morfologia
del terreno in cui giace e capire come in un prossimo futuro si
possa, anche tramite immagini, ottenere un'idea di massima del
relitto anche in tre dimensioni. È inoltre l'inizio di una
collaborazione per futuri progetti di varia natura sul fondale
di Santo Stefano".
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