"Nessuno aveva mai segnalato
pericoli sulla collocazione della Torre piloti e l'urto della
Jolly Nero era un evento imprevedibile" frutto di "comportamenti
clamorosamente errati". È quanto scrivono i giudici di appello
nelle motivazioni della sentenza che ha assolto tutti gli
imputati gli imputati nel filone che indagava sulla
realizzazione e la collocazione della struttura. Secondo i
giudici, l'ammiraglio Felicio Angrisano e gli altri datori di
lavoro sono stati assolti perché "il rischio di urto navi in
manovra contro la torre piloti non doveva essere oggetto di
valutazione nel Dvr (il documento di valutaione rischi) in
quanto ritenuto di esclusiva gestione da parte di terzi e non
governabile (proprio) dal datore di lavoro nell'ambito della sua
organizzazione aziendale".
I giudici di secondo grado hanno criticato i colleghi di primo
grado ritenendo che questi ultimi hanno male interpretato la
sentenza sulla Thyssen-Krupp che citava la teoria dell'agente
modello che avrebbe dovuto prevedere un incidente.
"La Jolly - si legge nelle 214 pagine delle motivazioni - non
era un natante che veniva dall'esterno, da un lungo viaggio che
poteva avere stressato i sistemi di propulsione e di controllo.
Era un natante fermo in procinto di partire. Una nave che aveva
(avrebbe) dovuto eseguire il check completo degli apparati e
rispetto alla quale non era prevedibile la consapevole e
volontaria omissione della comunicazione alla capitaneria
dell'avaria".
Per quanto riguarda i costruttori e progettisti e, dunque, la
collocazione della torre i rischi che avrebbero dovuto
considerare dovevano essere "concreti" e non "astratti". "La
ricostruzione della classe di eventi che concretizza il rischio
tipico - concludono i giudici - va operata non già col generico
riferimento al pericolo astratto di 'urto navi-strutture
portuali' ma al pericolo, concreto, di urti tra navi in
evoluzione nelle acque dell'avamporto di Genova e la torre
piloti collocata in testa al molo Giano".
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