(ANSA) - SANREMO, 02 FEB - L'ironia sulla commozione che
sembra coinvolgere tutti sul palco dell'Ariston, Amadeus messo
alla berlina per il maschilismo, la rilettura della favola di
Cenerentola in chiave lgbtq: Checco Zalone porta la sua
irriverenza sul palco dell'Ariston.
Prima finge commozione, "mi sento un Maneskin", riferendosi
alle lacrime di Damiano ieri sera, poi spiega: "Vengo da un
piccolo paese, da Capurzo. Mi merito tutto questo? Poi vedo te e
dico 'sì, me lo merito'. Grazie, perché ci fai sentire tutti
geni. Pensavo che Amadeus fosse incapace, invece c'ha ritmo,
anche nelle scelte delle canzoni, e poi ha avuto la bellissima
idea di invitare Ornella Muti doppiata dalla De Filippi. Tra le
conduttrici manca però una scema, l'italiano medio ci è rimasto
male". "Un giorno - insiste il comico - Amadeus capirà che la
donna può stare un passo in avanti, ma è un uomo di un'altra
epoca, non possiamo condannare il suo maschilismo endemico, i
tempi stanno cambiando, ma i pregiudizi non possono essere
scrostati dal detersivo, possiamo però insegnare ai giovani che
esiste l'amore universale".
E così, accompagnato da Amadeus, voce narrante al leggio,
racconta la sua storia lgbtq ambientata in Calabria:
protagonista è Oreste, trans brasiliano che viene invitato al
ballo a corte. E' colpo di fulmine con il principe, ma il re
omofobo non vuole: peccato però che il sovrano sia un "cliente
affezionato" di Oreste. "Stiamo facendo servizio pubblico",
graffia Zalone. Rilegge Mia Martini con "Che ipocrisia
nell'universo" e conclude con l'ennesimo doppio senso: "Se ci
sono denunce, querele interrogazioni parlamentari, il foro di
competenza è di Amadeus". (ANSA).
Zalone: il maschilismo di Amadeus e la "favola lgbtq"
Se ci sono denunce, querele il foro di competenza è di Amadeus
