"La telefonata è arrivata il 1
gennaio: ci ho pensato zero secondi, ho fatto i salti di gioia,
sono stati i migliori auguri di buon anno che potessi ricevere".
E' ancora elettrizzata Lorena Cesarini, la giovane attrice che
Amadeus ha voluto accanto a sé per la seconda serata di Sanremo,
mercoledì 2 febbraio.
"Sono orgogliosa, contentissima e soprattutto onorata",
sorride Lorena, nata nel 1987 a Dakar da madre senegalese e papà
italiano, scomparso quando lei aveva solo 12 anni. "I miei
genitori si sono conosciuti a Roma nei primi anni '80. Mio padre
aveva il mal d'Africa: quando vide questa donna nera, così
bella, nella sua città, ne rimase folgorato. Insieme hanno
deciso di farmi nascere a Dakar per darmi la possibilità di
avere la doppia cittadinanza, ma a Roma sono venuta a tre mesi e
qui sono rimasta". Una laurea in Storia contemporanea,
esperienze di lavoro tra l'Archivio Centrale dello Stato e
l'attività serale di cameriera in un pub, Lorena ha sempre
sognato il cinema. Notata da un talent scout, ha sostenuto nel
2014 il provino per 'Arance e martello' di Diego Bianchi 'Zoro':
"Virginia è stato il mio primo ruolo, lo porterò sempre nel
cuore. Senza Diego non sarei qui a parlare di Sanremo". Poi è
stata sul set per 'Il professor Cenerentolo' di Leonardo
Pieraccioni, raggiungendo il successo nel 2017 con la serie
Netflix 'Suburra', in cui è Isabel, la prostituta che fa
innamorare il protagonista Aureliano (Alessandro Borghi).
E ora l'Ariston: "Devo confrontarmi con gli autori, ma mi
piacerebbe portare sul palco un monologo, in chiave leggera,
sull'integrazione: è ancora una sfida purtroppo, lo dico a
malincuore. E' sorprendente che sia una questione di cui
discutere in Italia, unico Paese europeo ancora così indietro su
questi temi". La sovraesposizione da festival non le fa paura:
"Ho già letto diluvi di commenti e di odio sui social soltanto
perché sono nera. Ma sinceramente sono pronta ad affrontare le
critiche a testa alta: dovrebbe provare vergogna chi pensa e
scrive certe cose invece di gioire del fatto che ci siano volti
nuovi e soprattutto varietà e inclusione".
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