Il giudice civile di Imperia,
Fabio Favalli ha rigettato la richiesta risarcitoria presentata
dai curatori del fallimento della società Porto di Imperia, che
chiedevano 80 milioni per le opere di realizzazione del porto
turistico eseguite in forza della concessione demaniale, per la
quale venne disposta la decadenza nel 2014, principalmente a
causa del mancato pagamento dei canoni. La sentenza risale a
sabato scorso. I legali del fallimento, in pratica, si erano
opposti al Codice della Navigazione, che prevede la devoluzione
delle opere al Demanio, senza indennizzo (quindi, gratuita), nel
momento in cui scade la concessione, sostenendo
l'incostituzionalità della norma. Chiedevano, quindi il
riconoscimento delle opere eseguite, che secondo una perizia
ammontava a 80 milioni. Vista la soccombenza e gli ingenti
valori in gioco, il giudice ha condannato il fallimento a
rifondere al Comune le spese di causa per oltre 150mila euro. Il
Comune è stato assistito nella controversia dall'avvocato Paolo
Gaggero, che si sta occupando per il Comune di tutti i diversi
sviluppi amministrativi e processuali legati al porto turistico
del capoluogo. "Non posso che esprimere soddisfazione per questo
ulteriore esito positivo per il Comune di Imperia - ha detto il
sindaco Claudio Scajola -. Nonostante le molteplici azioni
legali intentate, sin qui tutte risultate vane, stiamo
perseguendo fermamente lo scopo di giungere all'affidamento di
una nuova concessione alla società pubblica Go Imperia, così da
completare le opere, rilanciare il porto e creare quindi
occasioni di sviluppo e lavoro per la città".
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