L'esperienza di Refugee Radio, così facciamo integrazione

In Germania una rete per aiutare e coinvolgere i rifugiati

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(dell'inviato Michele Cassano) - LAMPEDUSA -  "Solo attraverso l'informazione e la condivisione delle esperienze si può raggiungere una vera integrazione. Comunicazione ed educazione sono la chiave per una società unita e coesa". Schiwa Schlei, giornalista tedesca di origini iraniane, è tra le inventrici di Refugee Radio, il programma del circuito Wdr che punta all'inclusione dei profughi emigrati in Germania. E' multilingue, anche in italiano 
    "L'integrazione non è un processo unidirezionale - racconta al Prix Italia di Lampedusa -, si sviluppa in entrambi i sensi ed è in questo modo che dobbiamo cercare di integrarci".
    L'idea è nata negli anni '60 con l'ondata migratoria dei turchi verso la Germania, come una voce alternativa rispetto a quella delle emittenti generaliste. Oggi Refugee Radio Network è una realtà consolidata, che lavora in partnership con numerose stazioni radio indipendenti in varie città tedesche. Secondo i fondatori non sempre i racconti dei media mainstream erano oggettivi come avrebbero dovuto essere e finivano con l'alimentare la paura all'interno della società, risultando spesso unidirezionali.
    "La nostra informazione è partita con una striscia quotidiana di 5 minuti, metà in arabo e metà in inglese, con notizie a livello politico e a livello sociale, anche di servizio - racconta Schlei -. A partire da luglio la striscia è diventata di 30 minuti ed è condotta da un giornalista arabo e va sia in radio che sul sito web". Si parla di questioni legali legate all'immigrazione, degli aspetti sanitari e del volontariato. Non solo notizie, pero', c'è anche musica e intrattenimento.
    "Cerchiamo di attrarre politici noti nel mondo arabo e di coinvolgerli per fare conoscere quello che facciamo - fa sapere ancora -. La nostra preoccupazione era diffondere il programma e per questo lo abbiamo messo nel centro della giornata, a mezzogiorno. Utilizziamo molto internet perché tutti i rifugiati hanno uno smartphone".

"La marginalizzazione alimenta ulteriore radicalizzazione e dobbiamo cercare di entrare in contatto con le persone attraverso il dialogo - aggiunge -. La risposta finora è stata molto positiva; abbiamo anche tenuto numerosi workshop e adesso ci sono così tante persone che creano dei programmi radiofonici indipendenti per rifugiati". 

Refugee Radio Awareness Network è un progetto indipendente d'impegno per i diritti umani e lo sviluppo umano. Il nucleo del nostro lavoro - si legge nel sito di RRN - è rappresentato da programmi radiofonici che aiutino rifugiati e migranti vulnerabili ad esprimersi e farsi ascoltare. Refugee Radio Network non è una semplice emittente radiofonica per rifugiati. E' una piattaforma per rifugiate, richiedenti asilo e migranti vulnerabili pensata per far raccontare le proprie storie alle nuove comunità.

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