Antonioni e il Po, le foto ritrovate
Scatti inediti del regista che prepara il primo film
(di Alessandra Magliaro)
(ANSA) ''Appena tre mesi fa tra le carte di mio padre Carlo Alberto sono venute fuori foto mai viste prima, scattate da mio zio Michelangelo alla fine degli anni '30 quado pensava ad un film o ad un documentario sul Po, la vita dura dei suoi abitanti'', racconta Elisabetta, l'unica nipote del regista che nel 2011 ha fondato l'Associazione Michelangelo Antonioni. Queste foto saranno mostrate per la prima volta a Treviso al festival Sole Luna Treviso Doc Film, giunto alla IX edizione (15-21 settembre). Gli scatti in bianco e nero furono pubblicati sul numero 68 di Cinema del 25 aprile del 1939 a corredo di un articolo scritto dal giovane Antonioni (era nato a Ferrara il 29 settembre 1912) 'Per un film sul fiume Po'.
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''Queste fotografie, originali ed uniche, documentano quanto Antonioni fosse interessato ai luoghi della sua infanzia e giovinezza. Sono giunte fino a noi grazie a mio padre e a mia madre Alda che le hanno gelosamente conservate insieme ad altri ricordi di famiglia, come la cartolina di Michelangelo soldato, proprio del '39, in cui scrive ironico che quel cibo frugale allestito all'aperto era la sua 'sala da pranzo'. Nel 1943 Antonioni decise di girare un documentario sulla vita delle persone che vivevano e lavoravano sul fiume Po a Porto Tolle, ma ben presto la guerra gli avrebbe imposto una sosta forzata. Rimise mano al documentario nel 1947, scoprendo che quasi la metà della pellicola girata era andata perduta.'', racconta Elisabetta Antonioni parlando di Gente del Po che fu l'esordio di Antonioni, il suo primo cortometraggio. Quello stesso palcoscenico naturale della foce del Po tornerà nel suo primo film, Cronaca di un amore con Lucia Bosè, del 1950.
Nelle foto in mostra, tre delle quali anticipate in esclusiva all'ANSA LIFESTYLE si può già notare l’impostazione dell’immagine tipica di Antonioni regista. La geometria degli spazi, alberi statici, come saranno i personaggi dei suoi film. «Il Po di Volano appartiene al paesaggio della mia infanzia, il Po a quello della mia giovinezza.(…) Tutto quello che ho fatto, buono o cattivo che sia, parte da lì», scrive Michelangelo Antonioni. nell’articolo che prosegue: “ Ecco dunque un motivo fondamentale del nostro ipotetico film: la piena. “ . Il regista ipotizza quello che poi inizierà a girare nel ’43 e terminerà nel ’47: Gente del Po, non un film, ma un documentario. Nel documentario Gente del Po che inizierà a girare nel ’43, Antonioni mostrerà proprio la piena del Po, gli effetti devastanti sulla popolazione. La parte andata distrutta, (non si saprà mai se per imperizia di chi doveva stampare la pellicola, o per volontà “politica”: il non voler mostrare la vita dura e faticosa di quelle persone), quasi metà della pellicola girata, mostrava proprio l’acqua che uscendo dagli argini entrava nelle povere capanne e distruggeva quel poco che trovava. I bambini venivano salvati dall’annegamento sistemandoli su lenzuoli appesi al soffitto di paglia delle case.