Facce da Oscar 2016, ecco le 5 candidate. Chi vincerà?
Brie Larson di Room favorita. In gara Lawrence, Blanchett, Rampling e Ronan
La corsa per la miglior attrice protagonista agli Oscar 2016 ha una favorita assoluta. E' Brie Larson, che come Leo DiCaprio ha conquistato la tripletta Golden Globes-Screen Actors Guild - Bafta per la sua prova in Room di Lenny Abrahamson. Le avversarie forti comunque non le mancano: Saoirse Ronan per Brooklyn di John Crowley; Jennifer Lawrence per Joy di David O. Russell, Cate Blanchett per Carol di Todd Haynes e Charlotte Rampling con 45 anni di Andrew Haigh. Qui la gallery
(di Francesca Pierleoni)
Brie Larson
La califoniana Brianne Sidonie Desaulniers in arte Larson, pur avendo solo 26 anni, arriva alla sua prima candidatura all'Oscar già con una lunga carriera fra cinema e tv. Ha infatti cominciato a recitare da bambina, in telefilm come Il tocco di un angelo. Ed è il piccolo schermo a regalarle i primi ruoli di rilievo, in serie cult come The United States of Tara, con Toni Collette, e Community. Al cinema è diventa una delle interpreti preferite dagli autori indie, come Noah Baumbach (Lo stravagante mondo di Greenberg) e Joseph Gordon-Levitt (Don Jon). Antidiva, ironica, riservata, in Room di Lenny Abrahamson tratto dal romanzo di Emma Donaghue, regala una straordinaria prova nei panni di Joy, rapita da adolescente, segregata e violentata regolarmente dall'uomo che la tiene prigioniera da anni, e che l'ha resa madre. ''Non accetto i ruoli alla leggera - ha spiegato all'Independent - Sono interessata a imparare di più su di me e sull'umanità. Così da essere una persona diversa per quando il film è finito''.
Jennifer Lawrence
Per l'uragano J.Law, come la chiamano i fans, classe 1990, non potrebbe essere più proficuo il sodalizio con David O. Russell. E' infatti il regista de Il lato positivo, per cui ha vinto l'Oscar come migliore attrice nel 2013, di American Hustle che l'ha riportata in gara nel 2014 e di Joy, con cui l'attrice ha ottenuto nel 2016 la sua quarta nomination agli Academy in sei anni (la prima era stata nel 2010 per Un gelido inverno). Jennifer interpreta un personaggio reale, Joy Mangano, mamma divorziata e in bolletta di Long Island che, inventando uno speciale 'mocio', seguito da altre 100 creazioni proposte nelle televendite, si è costruita un piccolo impero. ''Joy racconta cosa significhi credere in se stessi - ha spiegato l'attrice, che per la sua perfomance ha già conquistato il terzo Golden Globe -. La sua è una storia che veramente può essere d'ispirazione''.
Cate Blanchett
Per un'interprete considerata una delle migliori attrici viventi, nonostante abbia solo 46 anni, la settima nomination all'Oscar (due li ha vinti, con The aviator e Blue Jasmine) arriva per Carol, trasposizione di Todd Haynes dell'omonimo romanzo di Patricia Highsmith, sull'amore lesbico nell'America conformista d'inizio anni '50, tra una giovane commessa, Therese (interpretata da Rooney Mara, candidata all'Oscar tra le attrici non protagoniste) e Carol (Blanchett) un'elegante donna borghese, sposata e madre. Quanto perbenismo però ci sia anche oggi in tema di sessualità, l'attrice l'ha riscontrato quando una sua frase sui tanti rapporti con le donne avuti nella vita (che lei intendeva come amicizie), è stata fraintesa e riportata dai media come la rivelazione della sua bisessualità. ''Non è vero - ha commentato - ma anche se lo fosse non dovrebbe più fare notizia un tema di questo tipo''.
Saoirse Ronan
La prima nomination all'Oscar le è arrivata a 14 anni, nel 2008 per Espiazione di Joe Wright. Otto anni dopo l'irlandese nata negli Stati Uniti, ritorna in gara, stavolta come attrice protagonista per Brooklyn di John Crowley, dal romanzo di Colm Toibin. Nei panni di Ellis, giovane irlandese che negli anni '50 emigra negli Usa in cerca di una vita migliore, Saoirse si è guadagnata il plauso dei critici. D'altronde la giovane irlandese che ha debuttato sui set a 9 anni, ha saputo costruirsi una carriera fatta di grandi autori e parti complesse, dall'adolescente nel limbo di Amabili resti diretto da Peter Jackson, all'angelica killer di Hanna. Dell'essere attrice, ''mi piace il 'fare finta', e fare in modo in che sembri vero - ha detto al Daily Telegraph -. La cosa più bella è riuscire a mantenere quell'incanto infantile verso il mondo dell'immaginario''.
Charlotte Rampling
Ci sono voluti oltre 50 anni di carriera a Charlotte Rampling per arrivare alla prima nomination all'Oscar. Musa di tanti maestri del cinema, da Luchino Visconti (La caduta degli dei) a Woody Allen (Stardust memories), da Liliana Cavani (Portiere di notte) a Sidney Lumet (Il verdetto), fino a film di nuovi autori come Swimming pool di Francois Ozon, Melancholia di Lars Von Trier o la serie cult Dexter, ha finalmente conquistato anche l'Academy grazie a 45 anni di Andrew Haigh. Charlotte Rampling interpreta Kate che alla vigilia per i festeggiamenti per i 45 anni di matrimonio con Geoff (Tom Courtenay) scopre le bugie alla base del suo rapporto con il marito. L'attrice, già premiata con Courtenay per il film alla Berlinale 2015, tuttavia, ha poche chance per gli Oscar. A farle precipitare è stata una sua dichiarazione poco prudente, che ha scatenato una tempesta mediatica, riguardo la polemica per la mancanza di attori di colore fra i nominati. Un discorso che lei definito in un'intervista ''razzista verso i bianchi" per poi dire di essersi espressa male.