Scarpe, piacere e dolore. Al Victoria & Albert di Londra una mostra le celebra
Dal sandalo d'oro egiziano alla creazione di Zaha Hadid con tacco 16 invisibile
(di Emanuele Riccardi)
(ANSA) - LONDRA -“E' un piacere portarle, ma e' anche un piacere toglierle”. La mostra, intitolata Shoes: Pleasure and Pain, scarpe: piacere e dolore, al Victoria & Albert Museum di Londra e’ un percorso storico-tematico, lungo 2mila anni e che tocca tutte le regioni del mondo, dedicato alla scarpa, soprattutto femminile, oggetto di seduzione ma anche di potere oltreché status sociale.
La regina Vittoria, Marylin Monroe, Sarah Jessica Parker e Lady Gaga, sono alcune tra le protagoniste. Manolo Blahnik, Christian Louboutin, Jimmy Choo e Prada i creatori che rendono i sogni possibili. Come ha spiegato la curatrice della mostra, aperta dal 13 giugno fino al 31 gennaio 2016, Helen Personn, “le scarpe sono uno degli aspetti più rivelatori della moda. Belle, vere e proprie sculture, sono potenti indicatori del genere, dello status, dell’identità, del gusto e pure delle preferenze sessuali. Scegliamo le scarpe per proiettare l’immagine che desideriamo”.
La mostra, con 200 paia di scarpe, dal sandalo decorato in foglia d'oro originario dell'antico Egitto al più elaborato modello di design contemporaneo, si divide in due grandi sezioni. Al piano terra c’e’ un boudoir intimo, dall’illuminazione discreta, con una serie di vetrine tematiche che mescolano creazioni contemporanee a calzature storiche, come l’incredibile scarpetta indiana con diamanti, smeraldi e rubini. Si parte dal mito di Cenerentola con le sue declinazioni in tutto il mondo, per poi spostarsi a temi più impegnativi, come potere, ricchezza e seduzione. Dove più della comodità conta l’immagine o anche il movimento del corpo, che non e’ più libero ma imposto dalla forma della calzatura.
Un’icona tra tante: le ‘platform’ blu che Vivienne Westwood creo’ per Naomi Campbell nel 1993. La seconda sezione, sotto le cupole del prestigioso museo, e’ totalmente diversa, ed e’ dedicata al processo di creazione e di distribuzione delle scarpe: dalla complessità di una costruzione di Manolo, alle inevitabili imitazioni dei grandi creatori, che già erano numerose nel Settecento. Spicca una creazione dell’archistar Zaha Hadid, Nova, con un tacco virtuale e quindi invisibile di ben 16 cm, oltre a una collezione di sneaker Adidas e un paio di scarpe della collezione di Imelda Marcos, che ne possedeva migliaia.