Editoria: Fnsi in piazza, contro contro minacce e precariato
Stamattina presidio simbolico a Piazza Montecitorio
24 maggio, 12:59 (di Francesca Pierleoni) (ANSA) - ROMA, 24 MAG -
#bastaprecariato, #bastaquereletemerarie,
#bastacronistiminacciati: sono gli hashtag/slogan che hanno
scandito il 'presidio simbolico' di un'ora organizzato
stamattina dalla Fnsi, con il sostegno di una decina di organi e
associazioni di giornalisti (fra gli altri, Odg, Inpgi, Casagit,
Articolo 21 e Unione Nazionale Cronisti Italiani) a Piazza
Montecitorio. Un'iniziativa ''irrituale e insolita'', come l'ha
definita il presidente della Federazione Nazionale della Stampa
italiana Beppe Giulietti, per chiedere a Governo e Parlamento
provvedimenti concreti sul contrasto al fenomeno delle querele
temerarie, sul problema delle minacce ai cronisti e sui temi del
lavoro, della lotta al precariato e dei diritti. ''Nei decreti
attuativi sull'editoria - ha detto Raffaele Lorusso, segretario
dalla Fnsi - hanno accolto solo le richieste degli editori, ci
sono 45 milioni di euro in più ma per accompagnare altri
colleghi alla porta non per creare occupazione''. Il precariato
''ormai è dilagante e informazione precaria vuol dire
informazione più debole''. In piazza con i rappresentanti della
Federazione Nazionale della stampa, che oggi si riuniscono anche
in consiglio nazionale, c'era fra gli altri, anche Michele
Albanese, giornalista calabrese che da anni vive sotto scorta
per le minacce ricevute dell'ndrangheta: ''si stanno subendo in
maniera massiccia e ovunque attacchi all'informazione, che
invece deve poter essere libera'' ha detto. Per lui ''stiamo
combattendo una battaglia difficile e drammatica''. Affrontare
le querele temerarie (presentate, chiedendo cifre astronomiche
di risarcimento da chi cerca di intimidire un giornalista e
fermare la sua inchiesta, ndr) ''può essere anche peggio che
affrontare le minacce mafiose''. La cronista campana Lidia De
Angelis, ha invece parlato dell'aggressione fisica subita da
lei, il fratello, anche lui giornalista e il padre, circa un
mese in piazza ad Aversa, in una spedizione punitiva portata
avanti da una decina di picchiatori. ''Mentre subivamo percosse
brutali, ci hanno intimato di non scrivere più ma non sappiamo
chi siano. La cosa grave è che la Polizia Municipale quando è
arrivata ha chiesto a noi di identificarci ma non a loro e
l'inchiesta sembra già essere stata archiviata''. Per Lidia De
Angelis è importante ''fare corpo e essere uniti, in modo che si
sappia che colpire uno di noi vuol dire colpirci tutti''. Hanno
offerto la loro testimonianza anche giornalisti che nelle loro
redazioni stanno vivendo battaglie sindacali e situazioni di
incertezza come sta succedendo all''Unità, arrivata all'8/o
giorno di sciopero a oltranza; Metro; il Tg5 di Roma, che
venerdì sarà in sciopero per il previsto trasferimento della
redazione a Milano, ''a meno che l'azienda non ci convochi per
spiegare il piano di riorganizzazione'' ha detto Paolo Trombin;
la Rai, ancora senza piano news; il Sole 24 ore e le agenzie di
informazione, che con le procedure di gare europee volute dal
governo, ''rischiano di finire sotto scacco'' ha detto Cristiano
Fantauzzi dell'Adn Kronos. ''Questo presidio simbolico forse
dovrà portare a una grande manifestazione nazionale, anche se
nessuno si augura ce ne sia bisogno - ha spiegato Giulietti - E'
importante essere tornati a riunire, come succede oggi, gli
organi che ci rappresentano tutti insieme, per chiedere al
governo di fare quello che ha promesso''.(ANSA).
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