Giornalisti: scorta 'mediatica' a minacciati
Cerrato, Fondazione Murialdo faccia libro con storie vittime
03 maggio, 17:34- TORINO - Dare subito una "scorta mediatica al cronista sotto tiro, minacciato dalla criminalità, amplificando ciò su cui quel cronista sta indagando": è uno dei modi concreti che il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha rimarcato oggi a Torino in occasione della 10/a Giornata della memoria dei giornalisti vittime della mafia e del terrorismo. "Inoltre le istituzioni - ha detto Giulietti - devono varare una Carta dei diritti fondamentali dei giornalisti rivolta soprattutto a coloro che vivono ai margini della professioni, fuori dalle grandi testate editoriali". La solitudine ha fatto parte, infatti, dei ricordi di molti familiari, tra i quali Andrea Casalegno, i figli e la moglie di Giuseppe Alfano, il colonnello Paolo Piccinelli, figlio di Franco Piccinelli, i parenti di Giuseppe Fava e di Marco Rostagno. Solitudine anche da parte dello stesso mondo giornalistico. "Come presidente della Fondazione Murialdo - ha detto Daniele Cerrato (presidente Casagit) - lancio la proposta che un libro raccolga le storie di questi giornalisti attraverso le testimonianze dei familiari e dei loro colleghi". "Stanno maturando le condizioni - ha concluso la giornata il presidente nazionale dell'Unci, Alessandro Galimberti - perché quello che è accaduto possa di nuovo riaccadere. Perché tra i colleghi colpiti, molti sono gli 'abusivi', coloro che, forse perché non allineati, non erano nelle redazioni delle grandi testate? L'emarginazione professionale - ha detto - comincia nei luoghi di lavoro. Oggi tutto è peggiorato a causa della rete, che rende ancora più facile iniettare l'odio, veicolare sul web la diffamazione"