Il 2024, per le imprese romane, si
presenta come un anno di consolidamento dopo la crescita del
2022 e 2023.
Quasi 2 imprese su 3 (62%) hanno registrato un fatturato stabile
o in aumento nel 2024. E per il 2025 il 74% delle imprese
prevede un fatturato in aumento o stabile. E' quanto emerge
dall'indagine della Camera di Commercio di Roma che ha come
obiettivo "quello di capire come le imprese hanno affrontato il
2024 e quali aspettative hanno gli imprenditori di Roma e
provincia sul 2025".
"L'aumento dei costi (65%) e l'insufficienza della domanda
(36%) restano le principali preoccupazioni delle imprese romane
per il 2025 - si legge nel report - Il 27% delle imprese è
impegnata in investimenti per la sostenibilità ambientale,
investimento, quasi sempre, dettato dalla convinzione che sia
una condizione per aumentare la competitività aziendale e non
solo perché imposto dalle normative". Ottimismo per quanto
riguarda l'occupazione: nel 2025, il 21% delle imprese prevede
un aumento. "Il 10% stima, invece, una diminuzione".
In merito agli investimenti in innovazione, nel 2025 "li
effettuerà poco meno della metà del campione (48%), mentre il
52% prevede di non farli". E il Giubileo "ha già un impatto
positivo per il 13% delle imprese romane che è convinta di
aumentare il fatturato grazie a questo evento".
"Per il 2025, al momento, registriamo un prudente ottimismo
degli imprenditori romani", afferma il presidente della Camera
di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, che sull'anno santo
evidenzia: è "un evento di portata internazionale, religioso, ma
inevitabilmente con importanti ricadute economiche per il
tessuto produttivo della città".
"La fiammata inflazionistica del biennio 2022- '23, con il
conseguente incremento dei tassi di interesse, segna ancora gli
orientamenti delle imprese e - prosegue - nel 2025, proprio il
possibile aumento dei costi di produzione è ritenuto l'ostacolo
principale per la crescita dal 65% del campione". L'auspicio è
"un raffreddamento delle tensioni geopolitiche e che continui la
discesa dei tassi di interesse, in modo da rilanciare gli
investimenti da parte delle imprese". "Infine, è un elemento
positivo che il 48% delle imprese preveda investimenti in
innovazione nel corso di quest'anno, ma resta - conclude
Tagliavanti - una percentuale ancora troppo bassa. Ormai
l'impresa o innova o non è".
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