(di Claudia Fascia)
Una "festicciola" per 50mila. Per
celebrare, con un'unica serata speciale al Circo Massimo, un
disco uscito 10 anni fa, ma anche e soprattutto l'amicizia e
l'affinità di tre artisti. Niccolo Fabi, Daniele Silvestri e Max
Gazzè sono tornati a divertirsi sullo stesso palco a distanza di
dieci anni dal loro progetto in trio Il Padrone della Festa.
"Tre come noi, extraterrestri fuori dalle logiche mediatiche,
televisive, radiofoniche, tre boomer che fanno ancora musica
suonata, senza trucchi di basi pre-registrate, tre abituati ad
altre dimensioni, portano 50mila persone al Circo Massimo... un
miracolo", sembrano stupirsi anche loro, uniti da un'amicizia
iniziata quando - giovani artisti in cerca del loro posto al
sole della musica - si esibivano al Locale, storico club della
capitale, non troppo lontano da qui, "che è un luogo dalla
potenza emotiva forte, che funge da amplificatore alle emozioni
della musica".
"Abbiamo capito che Il padrone della Festa ha scavato
qualcosa e quindi siamo qui per ringraziare chi ha continuato ad
ascoltarlo - raccontano, nel backstage dell'antica arena -. Per
noi è stata una specie di terapia dieci anni fa, e questo è come
un richiamo del vaccino di allora per continuare a stare bene".
Diversi, ma accomunati da una grande passione che li ha portati
ad essere tra i cantautori più rappresentativi della loro
generazione. "Dopo quell'esperienza, che ci ha tenuto insieme
per un paio di anni, tra disco, tour, campagne di solidarietà,
in una sorta di vacanza dalla nostra quotidianità - raccontano
Fabi, Silvestri e Gazzè -, ci siamo sentiti migliorati. È stato
importante vedere come un amico e collega affrontasse il suo
lavoro: ci ha dato nuovi stimoli". E in qualche modo le loro
caratteristiche individuali si sono delineate e definite ancora
meglio. "Quando collabori, anche non volendo, sei costretto a
tirare fuori i tuoi punti di forza. Ma restiamo compatibili: 30
anni fa, come 10 anni fa, come oggi. C'è una grande
consapevolezza delle nostre identità e non c'è bisogno di
espanderle, andando a invadere gli spazi dell'altro. Ritrovarsi
dieci anni dopo è stato semplicissimo".
Il live al Circo Massimo, più di tre ore di show, non è la
ripetizione di un'esperienza che considerano definitivamente
conclusa, ma un omaggio a quel viaggio artistico e personale.
"Noi siamo cambiati, diciamo pure invecchiati, ma soprattutto
siamo emotivamente impreparati a un evento one shot. Anche la
scaletta è nuova con pezzi di tutti e tre degli ultimi 10 anni.
È un live più denso e significativo". E non mancano, come ci si
aspetta da loro, temi sociali, "senza retorica, perché
raccontiamo la vita e siamo profondamenti preoccupati di quello
che accade, soprattutto a Gaza". Sono stati rinnovati anche al
Circo Massimo la collaborazione con il Cuamm e il sostegno a
Emergency.
Insieme a loro, sul palco, altri sei musicisti storici: Piero
Monterisi, Gianluca Misiti, Roberto Angelini, Adriano Viterbini,
Dedo, Ramon. "Andiamo senza il paracadute delle basi, ormai
sdoganate per eventi del genere. Rappresentiamo un modo
meravigliosamente anacronistico di fare musica, legati come
siamo alle nostre origini. Oggi con la tecnologia, i ragazzi
perdono fisicità nelle relazioni. E il palcoscenico è diventato
il telefono". Qualcuno fa eccezione, come Ultimo che ha radunato
solo all'Olimpico 200mila persone. "È riuscito a smarcarsi
dall'ondata indie-trap".
I tre hanno anche una certa familiarità con il Premio Tenco
(Silvestri è nella cinquina finale di quest'anno per il Miglior
Album) finito nelle ultime settimane nel ciclone delle
polemiche. "È una reliquia del passato che sta provando a
cambiare, ha una sua forza. Sanremo è cambiato per non morire,
forse dovrebbe cambiare anche il Tenco". Citato il festival,
nessuno di loro sembra intenzionato per il momento a tornare
all'Ariston. "Non lo avrei mai detto, eppure io ci sono andato
sei volte - dice Silvestri -. Sono contento averlo frequentato,
ma mi sembra sempre più difficile farlo". "È un altro sport",
chiosa Fabi. E poi tra dieci anni? "Come minimo lo stadio di
Wembley".
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