Cento anni di Fausto Papetti. E del
suo sax struggente, romantico, potente che con lui tra gli anni
Sessante e Settanta ha avuto una popolarità mai raggiunta prima.
Papetti, scomparso nel 1999, era nato il 28 gennaio del 1923 a
Viggiù in Lombardia, e tra pochi giorni avrebbe così tagliato il
traguardo delle cento candeline. Artista amato dal pubblico
italiano, a lui va riconosciuto un ruolo di primo piano nella
divulgazione e conoscenza del sax e al suo appeal nella cultura
italiana, facendolo uscire dai recinti della musica di nicchia.
Il grimaldello usato fu la rielaborazione in versione
strumentale di brani celebri, scelti soprattutto fra le musiche
per il cinema. A segnare l'inizio di un successo che durò più di
trent'anni, fu il 45 giri di Estate violenta del 1959 che ebbe
un tale successo da superare quello della colonna sonora
originale del film. Da quel momento i successi discografici
con raccolte di brani celebri dal cinema (come il tema musicale
de La dolce vita scritto da Nino Rota o quello di Scandalo al
sole) e hit del momento (Till, Too Much Tequila), non
tralasciando però il suo primo amore, il jazz, con Cheek to
Cheek si sono succeduti uno dopo l'altro. Nella sua rilettura
dei classici lasciava prevalere la melodia, avvicinandosi anche
all'ascoltatore più disimpegnato e riuscendo così ad imporre per
la prima volta il cosiddetto "genere strumentale", sino ad
allora quasi ignorato dalle classifiche di vendita: con ben 29
dischi, è l'interprete che ha piazzato il maggior numero di
album nella Hit Parade italiana. Mina, la grande Mina, è seconda
con 27 e i Pooh terzi con 23. Un successo che ha superato i
confini italiani e che lo ha reso noto in tutto il mondo.
Cinquanta le raccolte pubblicate dal 1960 al 1997, senza titolo,
ma semplicemente numerate progressivamente. Famose e controverse
anche le copertine dei suoi dischi, con foto di nudi femminili.
Per celebrare i centro anni dalla nascita il Museo del
Saxofono di Fiumicino ha organizzato diverse iniziative dal 28
gennaio al 25 febbraio con l'esposizione dello strumento
appartenuto all'artista, una mostra e altri memorabilia concessi
dalla famiglia, oltre a concerti e visite guidate.
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