(ANSA) - ROMA, 13 APR - Plasmare la materia per restituire la
perfezione del corpo, l'ossessione del movimento, l'energia
della natura, guardando alla tradizione antica e rinascimentale
come strada maestra e stimolo per rapportarsi in modo nuovo con
il proprio tempo: si apre il 14 aprile al Casino dei Principi di
Villa Torlonia, a Roma, la mostra "Francesco Messina. Novecento
Contemporaneo", a cura di Maria Fratelli, Chiara Fabi e Chiara
Battezzati, che racconta fino al 4 settembre la parabola
artistica di uno dei più importanti scultori del secolo scorso.
Un'ampia selezione di opere (in totale 81, tra bronzi,
terrecotte e gessi), appartenenti alla collezione permanente
dello Studio Museo Francesco Messina di Milano, delinea le tappe
fondamentali della ricerca dell'artista, ponendo la sua scultura
in relazione con i lavori di 15 artisti contemporanei, da
Andreas Senoner a Vanni Cuoghi, da Francesca Piovesan a Giulia
Manfredi.
L'esposizione riporta all'attenzione i temi su cui Messina si
è concentrato: il ritratto come occasione diretta di confronto
con i maestri antichi, ma anche la figura umana, da osservare
con occhi moderni pur nel rispetto della resa realistica; e
ancora, la scultura di piccole dimensioni, con esempi
caratterizzati da eleganza e perizia tecnica, e quella
monumentale (con il ritratto di Pio XII o con il grande cavallo
in bronzo commissionato nel 1964 per l'esterno della sede Rai di
viale Mazzini). Particolarmente affascinanti sono le sezioni
dedicate alla scultura colorata e alle ballerine: se con il
colore Messina realizza lavori di un realismo che sfiora
l'ossessione (un esempio i ritratti della moglie Bianca), nelle
sculture dedicate alle ballerine l'artista si concentra sul
movimento, oltre che sullo studio anatomico e sulla celebrazione
del corpo femminile (come le sculture che ritraggono Aida
Accolla, sua musa, e il bronzo Beatrice, che ritrae una bambina
di 9 anni a figura intera). (ANSA).