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"Così ho aperto la mia casa, la solidarietà è contagiosa"

"Così ho aperto la mia casa, la solidarietà è contagiosa"

In famiglia 2 ragazzine e la mamma malata. "Si aiuti chi ospita"

ROMA, 26 marzo 2022, 13:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Marena è appena rientrata dal primo giorno di scuola, sua sorella Ana suona il piano con l'insegnante che la segue in Dad. Una giornata come tante, se non fosse che ora sono a duemila chilometri da casa loro. Marena e Ana, con la mamma Iryna, sono una delle prime famiglie ucraine accolte a Latina. E il loro arrivo ha innescato un circolo virtuoso di solidarietà nella cittadina laziale, che adesso ospita 140 profughi sfuggiti alle bombe russe.
    Iryna, Marena e Ana vivono con Nicoletta Zuliani, insegnante di lingue al liceo Manzoni, suo marito e due dei suoi tre figli.
    "Nei primi giorni di guerra, vedendo donne e bambini in fuga da quell'inferno, nella mia famiglia ci siamo sentiti scomodi nella nostra comodità. Ci siamo chiesti cosa fare e abbiamo deciso: ospitiamo, ci stringiamo un po'", racconta. Uno dei figli studia ad Amsterdam, la sua stanza al momento è vuota. Così Nicoletta ha scritto al Comune e l'ha messa a disposizione.
    "Dopo qualche giorno è arrivata una telefonata: 'c'è bisogno di ospitalità per due ragazzine e la loro madre, malata oncologica'. Non ci siamo tirati indietro". Iryna ha 43 anni, Ana 12, Marena ne ha compiuti 14 venerdì. La loro casa è a Ivano Frankivsk, una città nel nord-ovest dell'Ucraina, dove le bombe hanno fatto saltare in aria l'aeroporto. Il marito di Iryna è rimasto là. Suo fratello è nell'esercito, di stanza a Kiev; scrive tutte le mattine per dirle che sta bene.
    In Italia Iryna ha però ritrovato la madre, che lavora a Latina come badante. E potrà riprendere i trattamenti sanitari che prima il covid e poi la guerra le hanno negato. "Farà tutte le analisi in esenzione completa, avrà cure più moderne di quelle ricevute in Ucraina, gratis", sottolinea Nicoletta.
    "Questo mi fa sentire orgogliosa del nostro paese, del sistema sanitario che con la scuola è una punta di diamante italiana".
    Il gesto di Nicoletta e della sua famiglia è stato contagioso. "Tre persone in più, nel bilancio familiare, alla lunga si sentono. Per questo - evidenzia Nicoletta - è importante il contributo da 20 euro al giorno, previsto per chi ospita ma non ancora realizzato. "E' giusto dare un aiuto economico. Chi ospita va sostenuto".
   

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