Il corpo, la rappresentazione, i
diritti, le battaglie, le differenze. Se le donne, almeno a
partire dal '68, le abbiamo (e si sono) raccontate da molti
punti vista, altrettanto non si può dire degli uomini in quanto
tali. È il viaggio di "Ciao Maschio. Volto, potere e identità
dell'uomo contemporaneo", mostra dal 23/6 fino al 14/11 alla
Galleria d'arte moderna a Roma, che diventa riflessione
attraverso l'arte dell'evoluzione della rappresentazione e del
ruolo dell'uomo nella società e l'influenza che questi
cambiamenti hanno portato sulle arti, in particolare dalla
seconda metà degli anni Sessanta. Curata da Arianna Angelelli e
Claudio Crescentini, quasi in risposta alla rassegna di un paio
di anni fa "Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione",
con quel titolo preso in prestito dal film del '78 diretto da
Marco Ferreri, la mostra raccoglie oltre 100 opere, tra dipinti,
sculture, grafica, fotografia, film d'arte e sperimentali,
video, video-performances e installazioni, di cui molte mai
esposte prima (tra i tanti, Giacomo Balla, Lisetta Carmi,
Giorgio de Chirico, Agnese De Donato,Willem De Kooning, Renato
Guttuso, Renato Mambor,Ugo Nespolo, Pino Pascali, Giuseppe
Penone, Michelangelo Pistoletto,Gerhard Richter Mario
Schifano,Toti Scialoja, Scipione, Andy Warhol) provenienti in
parte dalle collezioni d'arte contemporanea capitoline oltre che
dal MAXXI, dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Peccidi
Prato, da UniCreditSpA e collezioni private. Si va dal Volto del
potere, con una sorprendente galleria di ritratti che mette
insieme Krusciov, Kennedy, Obama e Ho Chi Min, al Volto del
terrore con i tre dittaori del Novecento Hitler, Mussolini,
Stalin. E poi l'identità maschile, il Culto del corpo e l'etica
dello sport, gli Uomini visti dalle donne e una rassegna di film
d'arte intitolata Un supermaschio, realizzata con il Centro
Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale,
Riproduzione riservata © Copyright ANSA