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Martone, Traviata come un film nel vuoto di teatro di oggi

Martone, Traviata come un film nel vuoto di teatro di oggi

9/4 su Rai3, 'lasciarsi andare a fluire storia d'amore di Verdi'

ROMA, 07 aprile 2021, 16:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una 'Traviata' di Giuseppe Verdi, un'opera lirica ''che nasce in un teatro vuoto, come lo sono oggi drammaticamente tutti i teatri per colpa della pandemia, non realizzata e poi filmata, ma già costruita pensando alle riprese per farne un vero film, tanto da aver abolito la divisione in tre atti dell'originale, che pure seguiamo fedelmente'', spiega il regista Mario Martone, chiamato da Carlo Fuortes, sovrintendente dell'Opera di Roma, a questa seconda impresa che Rai3 ha programmato venerdì 9 aprile in prima serata, dopo il successo a dicembre di un analogo, cinematografico 'Barbiere di Siviglia'. Del resto questa storia d'amore è stata costruita dal librettista Piave, sul dramma e il romanzo 'La signora delle camelie' di Dumas figlio, con l'intento di farne grande spettacolo, puntando su due scene centrali, ''le due grandi feste, due momenti dionisiaci, di sfrenatezza sociale che, alternandosi con la dimensione intima dei protagonisti, dà rilievo alla denuncia dura di Verdi di una società ipocrita e patriarcale, come accade anche nel 'Rigoletto'''. Scene di festa e ballo (coreografie di Michela Lucenti), quindi, imprescindibili, a loro modo trascinanti, ma che ancor più evidenziano come il tutto stia avvenendo in un teatro vuoto.
    ''La sensazione di vuoto è stata una mia precisa volontà per far partecipi gli spettatori del dolore di questo momento di particolare difficoltà per il mondo dello spettacolo, che non deve comunque far morire l'immaginazione, coinvolgendovi lo spettatore, anche quello lontano, televisivo'', spiega Martone, aggiungendo che ''tutto è stato allestito seguendo i protocolli anti Covid cine-teatrali, eseguendo più tamponi e congegnando l'azione per mantenere certi distanziamenti, anche tra i coristi''. I due protagonisti sono impersonati da Lisette Oropesa (Violetta Valéry) e Saimir Pirgu (Alfredo Germont), mentre Giorgio Germont sarà interpretato da Roberto Frontali; Flora da Anastasia Boldyreva e il barone Douphol da Roberto Accurso, accanto ai quali saranno anche vari cantanti usciti da Fabbrica Young Artist Program dell'Opera di Roma. I costumi, che rimandano all'epoca, sono una creazione di Anna Biagiotti.
   
   

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