"Credo che la società sia stata di
manica larga perché Zlatan ha fatto diventare primo il Milan
fino a una settimana fa con una squadra che era da quinto o
sesto posto". Così Daniele De Rossi sul caso Ibrahimovic a
Sanremo durante la presentazione dell'VIII edizione del corso da
Team Manager alla Luiss. L'ex capitano della Roma ha poi
aggiunto: "Non è una cosa che può gestire l'allenatore, ma la
società. Ibra ha rivoluzionato la squadra, è un motivatore ma il
club doveva intervenire". De Rossi si sofferma anche sulle
occasioni mancate nella Capitale di organizzare prima le
Olimpiadi e poi lo stadio che sarebbe dovuto sorgere a Tor Di
Valle. "Sono due episodi che tolgono qualcosa all'Italia e a
Roma - ha spiegato l'ex giallorosso -. Avere una manifestazione
del genere sarebbe stato motivo di orgoglio. Lo stesso vale per
lo stadio. E' un peccato grande, io ho assistito a due
presentazioni degli stadi a Roma, prima con Sensi e poi con
Pallotta, pensavo fosse fatta in entrambi i casi. Alla fine
siamo rimasti col plastico. Sarebbe potuta essere la miccia per
un cambio di marcia per il calcio italiano"
Una battuta anche su quanto successo a Gianluca Gombar nella
Roma, il team manager dei sei cambi in Coppa Italia: "L'errore
lo ha fatto anche se credo ci sia un concorso di colpa. Certo se
avessero mandato via tutti quelli che in venti anni a Trigoria
ho visto sbagliare rimarrebbe solo la lupa all'ingresso". De
Rossi chiude parlando del suo addio alla Roma: "Non è stato un
attacco al re, mi ha dato fastidio però che mi chiedessero
sforzi nel giocare e poi mi evitavano in corridoio o che dopo un
dirigente abbia parlato male di me dicendo che fossi finito.
L'addio di Totti comunque mi ha preparato".
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