"Siamo consapevoli della necessità di
individuare un sito per le scorie nucleari nazionali, il tema
per la nostra provincia però è un altro. Siamo una provincia che
evidenzia una incidenza di patologie tumorali, malformative, e
degenaritive superiore alla media nazionale. E' appena il caso
di ricordare il radon, l'arsenico nelle acque, fitofarmaci e
pesticidi. Non è pensabile non applicare al nostro territorio
quel "principio di precauzione" che invita ad evitare in ogni
modo la presenza di ulteriori fattori potenzialmente a rischio
di comorbilità. Per questo il nostro no deve essere totale ed
assoluto, lo dobbiamo alla salute dei nostri cittadini ed in
modo particolare dei nostri figli". Lo afferma un documento
firmato da sei sindaci e da 40 amministratori di comuni della
provincia di Viterbo a proposito dell'identificazione del sito
dove collocare il deposito nazionale delle scorie nucleari. I
primi firmatari del documento sono Federico Grattarola Sindaco
di Vignanello, Luca Benni Sindaco F.F.di Montalto di Castro,
Piero Camilli Sindaco di Grotte di Castro, Marco Perniconi
Sindaco di Bomarzo, Paolo Dottarelli Sindaco di Bolsena e Angelo
Giuliani Sindaco di Orte.
Anche Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti
della Regione Lazio ha espresso la sua contrarietà. "Oggi ho
partecipato ad una riunione con gli amministratori locali
organizzata dalla Provincia di Viterbo per discutere dei 22 siti
della Tuscia individuati nella Carta nazionale delle Aree
Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito unico dei
rifiuti radioattivi. Ho ribadito l'apprezzamento nei confronti
del Governo, che si sta impegnando per porre fine ai ritardi
nella ricerca di un deposito nazionale, ma ho anche confermato
che il territorio del Lazio presenta già un quadro fortemente
impattante legato all'inquinamento nucleare di origine
industriale e medica". "La Tuscia viterbese -aggiunge - ha una
forte vocazione agricola e turistica, in quell'area sono
presenti numerosi vincoli archeologici e paesaggistici:
condizioni che non consentono la realizzazione di grandi
impianti con un rilevante impatto sull'ambiente".
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