Il pigiama, un giubbotto sopra, il cappello, perché mamma vuole così, e le facce più buffe indossate prima di tutto. Nei giardini di Piazza Vittorio, il quartiere più multietnico di Roma, stamattina erano tanti i bimbi figli di immigrati con i loro compagni figli di italiani a fare festa con la neve per la prima volta. Rachid è un bambino marocchino di 5 anni, continua a correre e, con la testa all'insù, mangia fiocchi di neve. "Mamma, nevica forte, fortissimo! Mamma è fredda, è come un gelato bianco! IO non ho mai visto la neve". Accanto a lui la piccola cinese Lian, col viso incorniciato da due treccine e le mani rosse per il freddo. Prova a fare palle di neve, la tocca, se la mette in bocca e storce il naso. La tira al papà che ride e la insegue. Mirco ha otto anni, è romano, e si comporta come chi la neve la conosce: mima gli sci che forse ha già indossato, scivola sulla neve e si rialza contento. Più in là, timido ma incuriosito c'è un bambino nigeriano di 5 anni: non corre come gli altri, punta il dito indice sulla bocca e guarda appoggiato ad un albero lo spettacolo di qualcosa che non ha mai visto, se non in televisione. Accanto c'è sua sorella, è più piccola e aspetta lui per andare a giocare. Poi la neve ha la meglio sulla curiosità di tutti e due che cominciano a rincorrersi e finalmente a sorridere alla prima caduta senza conseguenze. E' proprio Mirco che, avvezzo alla neve, si siede nei giardini di Piazza Vittorio, raccoglie la neve e comincia a costruire un pupazzo di neve. A Rachid chiede di cercare un rametto per fare il naso, due più lunghi per le braccia e due pignette per gli occhi, a un'altro bimbo pakistano chiede una mano perchè anche i guanti sono ormai fradici e per fare il pupazzo di neve ne occorre tanta. Alla piccola Lian chiede dei sassolini per fare i bottoni del cappotto. Intorno i genitori di tutti scattano foto con i telefonini, sorridono e si godono una Piazza Vittorio imbiancata e senza divisioni. "Sembra un dipinto fiammingo di Breughel, invece è piazza Vittorio stamattina e come ci piacerebbe fosse sempre - scrive su facebook la Rete Esquilino vivo, allegando una foto dei bambini imbacuccati e allegri - animata dai nostri bimbi (e genitori) di ogni etnia, colore, lingua, religione e provenienza per giocare tutti insieme allegramente e pacificamente".
(foto: Donatella Brindisi)
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