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Abi celebra 100 anni e non si rassegna a bassa crescita

Patuelli chiede meno polemiche e più azioni per sviluppo

MILANO ANSAcom

L'Abi celebra i suoi 100 anni di vita ricordando il ruolo che in questo secolo ha avuto come "specchio e stimolo dei cambiamenti delle banche, dopo la dittatura corporativa, con la guerra di Liberazione e il lungo dopoguerra, le liberalizzazioni e privatizzazioni e la trasformazione delle banche in imprese col vigente Testo unico". L'Associazione bancaria italiana è pronta ad iniziare il secondo secolo di vita "con austera severità, coerenza e forte determinazione", senza rassegnarsi "ad un'economia italiana che cresce troppo poco, mentre aumenta sempre il debito pubblico". Sono le parole del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, davanti a un parterre d'eccezione, nella cornice di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana.
In prima fila il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto al suo arrivo dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala e dal Governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Presenti anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i ministri dell'Economia, Giovanni Tria, e degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, oltre a importanti banchieri e imprenditori. "Occorrono meno polemiche e più azioni per lo sviluppo" è l'appello di Patuelli, che chiede anche "un clima che combatta la sfiducia e la rassegnazione preconcette, per risultati migliori". Constatando come il debito pubblico italiano cresca dalla fine degli anni Sessanta, il numero uno dell'Abi sostiene che questo sia "la principale palla al piede dello sviluppo e dell'occupazione" e "il suo continuo incremento è la principale causa dello spread" che "impoverisce gli italiani". Lo sguardo si volge poi all'Europa con l'auspicio che "non si appanni il progetto degli Stati Uniti d'Europa dopo secoli di guerre infernali" e che l'Italia sia "co-protgonista di una nuova Europa più democratica e solidale. Patutelli evidenzia anche come "le 'fughe all'indietro' come Brexit non portino maggior benessere, ma confusione e incertezze: nessuno può vincere da solo in un mondo globalizzato". Quanto alla 'disruption' dettata dalla rivoluzione digitalia, l'associazione bancaria chiede pari condizioni con Fintech e big tech: "è indispensabile che le Autorità internazionali, europee e nazionali garantiscano sempre regole competitive uguali per tutti, senza privilegi". Dopo il presidente dell'Abi, è stata la volta del Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, per concludere la celebrazione con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria.

In collaborazione con:
Abi

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