(ANSA) - MILANO, 13 MAG - In Italia molte imprese conoscono
l'Industria 4.0 ma "in pochi sono partiti e resta critico il
problema delle competenze". E' il quadro che emerge
dall'indagine, "Industria 4.0. A che punto siamo in Italia",
condotta da Boston Consulting Group e Ipsos su 170 aziende di
oltre 20 settori industriali.
La maggioranza dei progetti legati all'Industria 4.0
"riguarda attività a bassa complessità e solo il 24% delle
aziende promuove progetti ad alta maturità, coinvolgendo anche
fornitori o clienti", spiega l'indagine presentata a Milano.
Inoltre il 22% resta titubante e non ha pianificato a breve
alcuna implementazione 4.0, contro il 78% che ha progetti in
corso o in programmazione. Il 58% degli imprenditori percepisce
le tecnologie di I4.0 come "un driver di competitività" e per il
98% è molto sentita la necessità di un miglioramento delle
competenze, con i livelli manageriali più sollecitati ad
adeguare le proprie skill alle nuove necessità. "L'uso combinato
della digitalizzazione e delle nuove tecnologie rappresenta
l'unica possibilità per le nostre imprese di mantenere
competitività, a costi e cuneo fiscale attuali" sostiene il
vicepresidente di Confindustria per la politica industriale,
Giulio Pedrollo, convinto che "a due anni e mezzo dalla partenza
del piano industria 4.0 possiamo dire che abbia funzionato e che
le imprese abbiano colto l'opportunità di innovare e di
crescere. Una sfida imprescindibile adesso è quella
dell'adeguata formazione delle risorse umane già impiegate e
soprattutto della creazione di nuovi profili in grado di
dispiegare al meglio le potenzialità di Industria 4.0". Per il
Partner e Manager director di Bcg, Jacopo Brunelli, "se lo
scenario di una sostituzione completa della forza lavoro da
parte dei robot sembra scongiurato, perché gli automi saranno
impiegati sempre più spesso per interagire con gli umani,
prevediamo una ricerca di nuove figure professionali con
specifiche competenze che coprano aree differenti"(ANSA).