(ANSA) - ROMA, 01 GIU - "Nessuno nasce odiando un'altra persona per il colore della sua pelle, per la sua storia o per la sua religione. Le persone devono imparare ad odiare e, se possono imparare ad odiare, gli può essere insegnato l'amore, anche perché l'amore arriva più facilmente al cuore umano che il suo contrario". Dilaga la protesta, anche nel mondo dello sport, per la morte di George Floyd, a Minneapolis. Jon Rahm, numero 2 del golf mondiale, parafrasando Nelson Mandela, interviene così su Instagram sul caso del 46enne afroamericano morto soffocato dopo che un poliziotto gli ha tenuto premuto il ginocchio per sette minuti sul collo. Nel post spuntano i "like", tra gli altri, dello statunitense Phil Mickelson e dell'azzurro Francesco Laporta.
"Ho i brividi e la pelle d'oca a pensare a quanto successo a Floyd". Questo, invece, il pensiero di Cheyenne Woods, golfista professionista americana. "Sono dalla parte - ha aggiunto la 29enne di Phoenix - di atleti modello come LeBron James e Stephen Curry. Loro sono il megafono di tante persone indignate, che ancora oggi devono fare i conti con vicende deplorevoli".
Dopo le proteste della NBA e della NFL anche il mondo del golf interviene sul caso di George Floyd, con lo sport USA (e non solo) che scende in campo per mettere fine alle discriminazioni. (ANSA).