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Giubileo

Cina-S.Sede: Quotidiano del Popolo, grandi aspettative per il 2017

Organo Partito comunista su miglioramento rapporti e visita Papa

"Grandi aspettative per i rapporti Cina-Vaticano nel 2017". Un articolo così titolato potrebbe essere una delle varie analisi uscite negli ultimi tempi sulle incoraggianti prospettive di disgelo tra Pechino e la Santa Sede e di miglioramento delle relazioni, fino alla normalizzazione diplomatica, uno dei dossier che più stanno a cuore all'attuale Papa. Se non fosse che a pubblicarlo è niente meno che il Quotidiano del Popolo, organo del Partito comunista cinese (Pcc), che dedica un'articolata trattazione allo stato dei negoziati, alla possibilità di ristabilire le normali relazioni, interrotte dal 1951, persino alla possibilità che il Pontefice si rechi in viaggio in Cina.

In realtà, nessuna particolare novità viene annunciata nell'articolo, ma solo il fatto che il Quotidiano del Popolo affronti il tema è un segno eloquente di quanto da Pechino si guardi con occhi nuovi all'eventualità di un miglioramento dei rapporti col Vaticano e all'importanza di una distensione con la Chiesa cattolica. Pubblicato oggi anche in inglese sul sito online del People's Daily, l'articolo scritto da Jiang Jie parte dicendo che "il 2017 è iniziato con un giro di interviste e notizie su Pechino e la Santa Sede, tutte che apparentemente premono i due Stati sovrani a ristabilire i rapporti diplomatici. Alcuni esperti vedono questo come un segno di imminenti innovazioni". Si ricorda come papa Francesco, nella recente intervista a El Paìs, alla domanda su quando andrà in Cina, abbia risposto: "Appena mi mandano un invito", sottolineando di essere "consapevole" della situazione: "In Cina si può adorare liberamente".

E viene presentata come una "mossa saggia" da parte del Papa il parlare soprattutto degli affari religiosi in Cina: una scelta - secondo un esperto locale - che mostra la consapevolezza del Papa che qualsiasi innovazione bilaterale dipenda delle autorità. Si dà voce quindi a Francesco Sisci, del Centro di Studi europei della cinese Renmin University, autore della prima intervista di un Papa (Francesco) a una testata cinese, il China Times, secondo cui le osservazioni di Bergoglio "hanno portato un messaggio importante e positivo. Hanno mostrato l'atteggiamento positivo del Papa e della Chiesa cattolica, che hanno informazioni per cui la Cina non è così male come altre organizzazioni riferiscono". Da qui bisogna muovere rapidamente per portare "fino al livello successivo" l'occasione che si è aperta nei rapporti.

Il Quotidiano del Popolo non manca di ricordare che nel 2014 per la prima volta la Cina ha consentito al Papa il sorvolo aereo durante il viaggio in Corea. Mentre, secondo Sisci, una concessione ancora più importante è "l'aver riconosciuto indirettamente il ruolo religioso del Papa nella nomina dei vescovi". Sempre lo studioso dell'Università del Popolo spiega che, in tema di possibilità di un viaggio papale, "la Cina dovrebbe invitare papa Francesco il più presto possibile". E tornano anche le recenti dichiarazioni della portavoce del Ministero degli esteri cinese, Hua Chunying, sulla volontà esistente da parte di Pechino di "migliorare i rapporti con il Vaticano" e di promuovere "un dialogo costruttivo". Le questioni spinose non mancano, come il riconoscimento di Taiwan dal parte del Vaticano, ostacolo alla normalizzazione con Pechino. E anche l'accordo ancora mancante sulla nomina dei vescovi, che negli ultimi mesi era dato come imminente.

"Maggiori progressi nel 2017?", si chiede infine il Quotidiano del Popolo, che dopo aver ricordato come il card. Parolin da Davos abbia parlato ancora di "un lungo cammino", "molto, molto difficile", esprime un certo ottimismo, non tanto sulla normalizzazione diplomatica entro l'anno, quanto su un "memorandum congiunto" sull'ordinazione dei vescovi. E non sarebbe poco.

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