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Turismo: Fvg; medievali e fortificati, i borghi più belli

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Turismo: Fvg; medievali e fortificati, i borghi più belli

"Pièris e clàps" a Clauiano, sisma a Venzone e cicogne a Fagagna

07 agosto 2018, 15:32

di Elena Viotto

ANSACheck

Il municipio di Venzone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il municipio di Venzone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il municipio di Venzone - RIPRODUZIONE RISERVATA

UDINE - Le pietre e i sassi di Clauiano. Le fortificazioni Trecentesche che racchiudono il borgo medievale di Venzone, monumento nazionale dal 1965. La natura che circonda, ancora incontaminata, i due castelli di Fagagna, delineandone il profilo. Sono tre scrigni ricchi di tesori i tre borghi della provincia di Udine eletti nel prestigioso club dei "Borghi più belli d'Italia", certificato di qualità del fascino immutato dei piccoli centri più caratteristici di tutto il Bel Paese. Capaci di aver tramandato per secoli il fascino intatto della propria storia, dischiudono ora i loro gioielli agli occhi dei turisti slow.

Nascosto tra le campagne della bassa friulana, una ventina di chilometri a sud di Udine, quasi alle porte di Palmanova, il borgo di Clauiano, cinquecento anime nella frazione del comune di Trivignano Udinese, è un balzo all'indietro nel tempo, agli anni delle scorribande dei turchi. Sebbene l'etimologia del nome - da Caludius o Clavilius, probabile possessore di un fondo - rimandi all'origine romana dei primi insediamenti nella zona e sebbene Clauiano venga citato per la prima volta nel 1013 in una pergamena del patriarca di Aquileia, il paese come lo si vede oggi deve la sua impronta alla ricostruzione avvenuta dopo l'invasione ottomana. Clauiano è uno dei centri della pianura friulana incendiati e distrutti dai saraceni nel 1477 e quando risorge lo fa con un assetto urbanistico compatto, con le case costruite "a cortina", una attaccata alle altre, edifici di "pièris e clàps", con un grande portone che si affaccia sulla strada nel centro del paese, fungendo da un lato da punto di contatto con il borgo ma dall'altro da primo mezzo di protezione per la vita che si svolgeva protetta, nella casa e nel suo cortile interno. In paese si ritrovano ancora intatte le case costruite tra '500 e '700, che talvolta aprono le porte dei cortili in occasione di molteplici manifestazioni. In paese merita una menzione speciale anche Villa Manin Guerresco, residenza nobiliare settecentesca, dalla chiara influenza veneziana, realizzata dalla famiglia Manin, nel lungo periodo di dominazione della Serenissima. Dalle colline moreniche a nord ovest di Udine, sbucano tra i cipressi l'antica torre e i resti dei bastioni del castello di Fagagna, tipica cartolina del piccolo borgo medievale che conta poco più di seimila abitanti e due castelli, se si considera anche quello perfettamente conservato invece nella frazione di Villalta. Antico maniero dalle tipiche torri merlate, fu teatro e testimone di numerose vicende storiche dal X secolo, compresa la rivolta della Crudel Zobia Grassa del 1511 quando i popolani assaltarono e saccheggiarono diversi castelli della zona. Già ribattezzato il paese delle cicogne, Fagagna è centro di interesse anche naturalistico con il progetto di reintroduzione della cicogna bianca che si sta sviluppando nell'oasi avifaunistica dei Quadris.

Poco più a nord, all'imbocco delle Prealpi Giulie, le antiche mura in sasso proteggono ancora il borgo fortificato trecentesco di Venzone, antica dogana, passaggio obbligato verso il Norico, già all'epoca dei Celti e poi dei Romani, per tutti i traffici commerciali. Lo splendore e la ricchezza di allora si riflettono nei gioielli architettonici del Duomo di Sant'Andrea e del Palazzo comunale e degli altri palazzi del centro storico. Diventata cittadina simbolo del devastante terremoto del 1976 in Friuli, è assunta a esempio della ricostruzione, o per meglio dire del restauro, pietra su pietra che è stata fatta quasi dell'intero borgo considerato un'intera opera d'arte, a cui è stata dedicata anche una mostra permanente Tiere Motus nel prestigioso palazzo Orgnani Martina. Venzone sta riscoprendo anche il suo ruolo di crocevia tra Austria e Italia sotto forma di turismo ciclabile, tappa della Ciclovia Alpe Adria che registra ogni anno circa 45 mila passaggi di ciclisti per lo più austriaci, tedeschi, ma con numeri consistenti anche di belgi, danesi, olandesi, cechi e ungheresi.

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