GRADO (GORIZIA) - Per tutti è da sempre l'Isola del sole con "l'aria carica di incenso", come raccontava Franco Battiato in una sua canzone. Grado è una città che anche in inverno riserva ai turisti il fascino storico romano legato alle sue basiliche, alle sue viuzze, alle terme, al benessere, cui in estate si aggiungono le tante spiagge. Nata come porto al servizio di Aquileia e dell'esercito romano iniziò a svilupparsi nel 425 quando vi si stabilirono i primi abitanti che sull'isola più grande della laguna trovarono rifugio dagli Unni invasori guidati da Attila. Casa del Patriarcato di Aquileia acquisì un ruolo politico e religioso di primo piano con la costruzione delle basiliche di Santa Eufemia e Santa Maria delle Grazie. Prese il nome di "Nova Aquileia" sotto il dominio bizantino in un periodo storico nel quale le altre zone erano sotto il controllo dei Longobardi. Nell'875 Giovanni Partecipazio, comandante della flotta veneziana, difese la città dai pirati della Dalmazia; fu però l'inizio di un periodo difficile con Venezia che ricostruì Aquileia e l'8 ottobre del 1451 chiuse la diocesi gradense. Furono gli austriaci a ridare dignità a Grado dopo anni di dominio veneziano, durante il quale l'Isola del sole era diventata poco più di un villaggio di pescatori. Nel 1797 con il Trattato di Campoformido e la fine della millenaria repubblica Veneta, Grado entrò a far parte dei domini di casa d'Austria che la rilanciarono costruendo l'attuale diga, una delle passeggiate a mare più belle d'Italia, ed il porto interno che le regala oggi un fascino particolare. Divenne meta turistica apprezzata dalle famiglie nobili e da personaggi di spicco come Sigmund Freud. L'isola venne risparmiata dalle battaglie della Prima Guerra mondiale e nel 1918 divenne italiana; nel 1936 le prime bonifiche e i ponti posero fine all'isolamento. Nel 1971 gli abitanti superarono di poco quota 10mila, per poi scendere fino agli attuali 8mila. Nel 2015, la popolazione straniera è composta da 536 persone, di cui 118 provenienti dal Bangladesh (1,43% della popolazione totale) e poi Romania e Ucraina. In città si parla il "graisan", un dialetto che fonde il veneto alla lingua friulana. Grado oggi è una delle mete turistiche più apprezzate dagli stranieri, nel 2017 oltre 258mila persone hanno deciso di soggiornarvi, a questi vanno aggiunti poco meno di 109mila italiani. Oltre alle spiagge con gli stabilimenti balneari è possibile visitare le Basiliche di Sant'Eufemia e di Santa Maria delle Grazie, l'isola di Barbana - sede di un antico santuario mariano - e scoprire i resti archeologici della basilica della Corte. Per gli appassionati della natura c'è poi la Valle Cavanata e la laguna con i tipici "casoni", alloggi in cui tradizionalmente vivevano le famiglie dei pescatori. Per gli amanti dell'enogastronomia sono numerosi i locali tipici dove poter assaggiare pesce fresco e gustare il "boreto", piatto di pesce povero tipico della cultura gradese. Ogni anno, soprattutto in inverno, si tengono anche gare culinarie. Per valorizzare l'Isola del sole sono stati creati anche percorsi ciclabili con la Alpeadria (FVG1 e FVG2) da Aquileia o da Monfalcone (Gorizia): le tratte sono prevalentemente pianeggianti e asfaltate ad eccezione di quelle che attraversano la Riserva naturale regionale della Foce dell'Isonzo e la frazione di Fossalon.
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