Il Vescovo di Trieste, mons.
Enrico Trevisi, ha rivolto un appello perché servono volontari e
risorse economiche per implementare gli aiuti portati dalla
Fondazione Caritas (ente operativo della Diocesi) e dalla
Caritas Diocesana (espressione della Chiesa per progetti
caritativi).
Queste due realtà, spiega il Vescovo, stanno svolgendo una
serie di attività e servizi nelle direzioni più disparate: si va
dal Centro di ascolto (con sostegno a persone e famiglie in
difficoltà varie) all'Emporio della Solidarietà; dal dormitorio
per i senza fissa dimora (in convenzione con il Comune)
all'accoglienza per altri soggetti fragili (famiglie e donne con
bambini piccoli), dalla Mensa per i poveri (che nello scorso
anno ha fatto più di 106.000 pasti), all'accoglienza dei
Migranti con strutture convenzionate con la Prefettura e altre a
totale carico della diocesi e di chi vuole contribuire (pensiamo
al dormitorio di via S. Anastasio per i transitanti o coloro che
ancora non sono stati accolti per le lungaggini burocratiche).
La Caritas conta 375 volontari; 124 persone operative; 13.810
persone aiutate e sostenute (di cui 861 minori); 19 progetti
attualmente attivi. E poi il lavoro delle Caritas e delle San
Vincenzo nelle parrocchie o la Mensa dei Cappuccini o di altre
associazioni come S. Egidio; accoglienze, ascolti, dopo-scuola,
pacchi viveri, corsi di italiano.
Mons. Trevisi sottolinea che "da anni la Fondazione Caritas
denuncia una fatica finanziaria, in parte dovuta ai ritardi dei
pagamenti delle convenzioni per i migranti e in parte anche ad
una fatica organizzativa che si è accumulata: prima che io
arrivassi a Trieste i dipendenti accusavano notevoli ritardi nei
pagamenti del loro stipendio e così pure i fornitori, nonostante
gli elevati mutui e i fidi bancari". Sebbene sia arrivato "un
consistente sostegno dalla Conferenza Episcopale Italiana e
dalla Caritas Italiana", "presto arriverà il freddo e non
possiamo restare a guardare e neppure restare a discutere e
ritardare quello che la carità esige prontamente". Infine:
"Chiedo a tutti di lasciarsi coinvolgere e di partecipare", nel
"povero e nel fragile intravvediamo le sembianze di Cristo,
povero e umile".
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