Monsignor Ettore Malnati lascia la
parrocchia di Nostra Signora di Sion a Trieste dopo 50 anni. Tra
gli attestati di stima espressi per il suo operato c'è anche
quello del Comune di Trieste, che oggi, durante una cerimonia,
gli ha reso omaggio per l'impegno nella comunità di Nostra
Signora di Sion, per il servizio svolto alla Diocesi e in
generale per essere stato nel tempo una figura di riferimento
per tanti fedeli.
"Questa è la tua città, le sue porte per te saranno sempre
aperte - ha detto il sindaco Roberto Dipiazza, consegnando una
targa al sacerdote - ho avuto la fortuna e il piacere di
conoscere una persona meravigliosa che mi è stata vicina nei
momenti difficili e nei momenti bellissimi. Un uomo dalle grandi
capacità umane".
Monsignor Malnati ha sottolineato come la città sia "parte
della mia vita, senza Trieste io non sarei ciò che sono. Grazie
alla città di Trieste e grazie al seminario che mi ha formato
dal punto di vista cattolico ed ecumenico. Nel 1965 si è
concluso il concilio, monsignor Santin aveva chiesto al rettore
dell'epoca che tre di noi andassero nelle varie comunità
cristiane la domenica. Da allora - ha ricordato - sono cresciuto
con questi due grandi polmoni, la fede cattolica, il mondo
cristiano e il mondo ebraico. Monsignor Santin mi ha trasmesso
l'amore nei confronti della comunità ebraica, imparando a
conoscere la bellezza della sua comunità, così come di quella
greca orientale e di quella serba ortodossa. Ho conosciuto i
dolori e le sofferenze di Trieste, la Risiera di San Sabba e le
foibe, i due calvari di questa città. Oggi, forse, c'è
l'opportunità di una nuova prospettiva - ha aggiunto - grazie al
cammino ecumenico iniziato da Maria Teresa nel '700 e alla fine
dell'astiosità tra italiani e sloveni. Un insieme di queste due
realtà autoctone, due criteri culturali che possono diventare i
due polmoni di questa bella e cara città di Trieste".
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