"Chiuso per cinghiali". E ancora
"difendiamo il nostro territorio". Sono gli slogan della
mobilitazione di Coldiretti Friuli Venezia Giulia che oggi è
scesa in piazza Unità d'Italia a Trieste "per incontrare
cittadini e politica regionale e presentare un documento in
sette punti" con le rivendicazioni del settore.
In piazza si sono radunati coltivatori da tutta la regione,
indossando cappellini gialli, sventolando le bandiere
dell'associazione di categoria e protestando con fischietti.
Nel documento, in primo piano la questione cinghiali e fauna
selvatica incontrollata, che provoca danni nelle campagne ("200
milioni di euro l'anno in Italia") e incidenti stradali, "senza
dimenticare i problemi causati dalla peste suina africana".
"Appare indispensabile introdurre nell'ordinamento vigente una
serie articolata di misure maggiormente efficaci in materia di
interventi per il contenimento e il prelievo della specie
cinghiale", dichiara l'associazione di categoria
Gli altri sei punti, sottolinea il presidente di Coldiretti
Fvg, Martin Figelj, chiedono di "riconoscere e sostenere il
ruolo degli agricoltori come custodi degli ecosistemi e della
biodiversità, di adottare una disciplina che individui le
superfici idonee e non idonee per l'installazione di parchi
fotovoltaici. E ancora insistiamo sulle necessità di una
corretta gestione della risorsa idrica, dell'etichettatura
obbligatoria su tutti gli alimenti, della difesa del reddito
degli agricoltori. Altolà, infine, all'eccesso di burocrazia".
Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal presidente
del Fvg, Massimiliano Fedriga, dall'assessore regionale alle
Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, e dall presidente della
Quarta commissione consiliare, Alberto Budai.
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