"Non vogliamo mettere paletti, ma
indicare un'etica per gli algoritmi, indirizzata al bene
comune". Lo ha detto oggi monsignor Ettore Malnati, teologo, già
vicario episcopale, ricordando gli obiettivi della Carta di
Trieste sull'intelligenza artificiale.
Le finalità del documento sono state ribadite oggi a Trieste
dai componenti del comitato che si è occupato della stesura del
testo, promosso dall'associazione culturale Studium Fidei:
avvocati medici, docenti, imprenditori e giornalisti.
Nei vari articoli si affronta la necessità di tutelare il
mondo del lavoro, delle aziende, della sanità, ma anche la
necessità di una formazione specifica sull'argomento. Un focus
in particolare è stato dedicato anche ai diritti d'autore.
"Servono norme per salvaguardarlo - ha sottolineato Andrea
Bulgarelli, componente del comitato e coordinatore Fvg di Figec
Cisal - è fondamentale tutelare le opere affinché non siano
'rubate' dal web, come può accadere ad esempio per articoli o
video".
Nell'incontro è stato anche evidenziato che "l'Ia rappresenta
una nuova frontiera del progresso umano, con il potenziale di
migliorare significativamente la nostra vita quotidiana.
Tuttavia la realizzazione di questo potenziale richiede un
approccio che consideri gli impatti etici, regolatori, sociali
ed economici dell'Ia".
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