"Le forze politiche di estrema
destra che emergono in Europa sono partiti che esprimono una
insoddisfazione vera, e questo va riconosciuto, ma non hanno
alcun programma per migliorare, anzi quello che esprimono porta
a un peggioramento generale". Lo ha detto ieri lo storico e
docente Andrea Graziosi nella sua lectio magistralis sulle
conseguenze della Guerra Fredda all'incontro 'Commemorating the
Cold War in Europe. Sulle tracce della Guerra Fredda in Europa',
2/a edizione del Forum internazionale in corso a Udine dal 13 al
15 giugno, con alcuni tra i più autorevoli esperti sul tema. Un
progetto frutto di una partnership fra l'Università di Udine,
l'Università di Harvard - Centro Studi Guerra Fredda e
l'Associazione Friuli Storia.
"La Guerra Fredda pesa anche sulla politica attuale di
diversi Paesi dell'Ue, come la Polonia, la Germania e
l'Ungheria", ha evidenziato lo storico. "Guardiamo ad esempio ai
risultati delle elezioni europee in Germania, soprattutto
nell'ex Repubblica democratica tedesca - ha precisato -, dove si
registra una preponderanza dei voti di chi non è contento di
niente ed è anche contrario a uno stile di vita al quale è
arrivato tardi e dal quale si sente infine escluso".
"Alcuni di questi Paesi - ha proseguito Graziosi - sono
entrati nell'Occidente quando quest'ultimo era già in crisi: gli
è andata meglio di prima, ma non hanno trovato quello che
speravano. Dunque - ha concluso - la delusione e la rabbia, in
questi Paesi, si trasforma spesso in un voto di rifiuto. E
questo preoccupa - ha aggiunto - perché c'è in gioco il futuro
dell'Europa".
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