Le discipline quantitative
"possono aiutare ad affrontare le crisi" geopolitiche, però "non
le risolvono". Ad esempio "la logistica si può organizzare con
modalità che vengano da un'analisi dei dati più approfondita e
da modelli di previsione". "A livello digitale e di simulazione
si può creare tutto, poi ci serve un'analisi geopolitica ed
economica molto complessa. E l'esperienza umana non la
sostituisce nessuno". E' la riflessione di Gianluigi Rozza, capo
dell'area Matematica della Sissa, durante un incontro sulle
crisi del Mar Rosso e del Medio Oriente rapportate alla
digitalizzazione, all'Ia e alla logistica del mare.
L'iniziativa, in corso a Trieste, rientra nell'ambito del
simposio internazionale GeoAdriatico, promosso da Cinzia Vitale
Onlus.
A parlare delle ripercussioni delle crisi geopolitiche
sull'economia è stato l'ad di Alpe Adria e neo segretario
generale del Porto di Trieste, Antonio Gurrieri: "Fino ad
aprile, in parte maggio" lo scalo giuliano ha registrato
"intorno al 15% di calo" sulla movimentazione dei container, "ma
siamo ottimisti". "Il 90% dei nostri traffici - ha spiegato -
sono internazionali. Se noi fossimo legati ai traffici del
territorio nazionale avremmo la competizione di Spagna, Tangeri
e anche dei nostri porti Tirreni. Il calo del 15% sta incidendo
sul 10% di traffico. Il problema è che se questa crisi diventa
perenne o quasi, allora bisogna inventarsi qualcosa di diverso
rispetto all'attesa, che ci fa pensare che nei prossimi mesi le
cose potrebbero ritornare a essere come prima".
Il direttore della Sissa, Andrea Romanino, ha fatto infine
riferimento al dibattuto in corso in ambito accademico sul dual
use, su cui la Crui ha avviato una riflessione, sottolineando
che è "un tema difficile, soprattutto quando si passa dai beni,
le tecnologie, i software, che sono oggetto anche di documenti
europei di riferimento, al mondo della ricerca e della
formazione dove i confini sono molto più sfumati. Tanto più si
va verso la ricerca di base tanto più è difficile immaginare
quali saranno le ricadute a lungo termine della ricerca".
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